OPERE & OMISSIONI

Sos per Parco e Città della Salute, rischia di andare tutto per aria

L'assessore Icardi ammonisce i consiglieri a non votare "a cuor leggero" il ddl sulla copertura finanziaria di Novara da lui stesso presentato. E anche per Torino potrebbe essere rivisto il progetto. Insomma, alla Regione pare non piacciano i due super ospedali

“Il disegno di legge non può essere approvato a cuor leggero dal Consiglio regionale”. Stupirà, ma a dirlo, avvertendo dei rischi, è proprio colui che quel testo lo ha scritto. L’assessore alla Sanità Luigi Icardi, parlando in Commissione della norma richiesta del ministero della Salute a garanzia del canone previsto dal partenariato pubblico privato per la realizzazione della Città della Salute di Novara e prossima all’approdo in aula, mette le mani avanti. E, ancora una volta, il gesto appare come quello di chi prova a frenare il sistema scelto per realizzare il grande polo sanitario novarese.

Quel testo, Icardi lo ha portato in giunta dopo una non breve attesa, ma soprattutto dopo aver richiesto e ottenuto positivamente il parere degli uffici finanziari della Regione e perfino l’avallo preventivo di quelli del dicastero. Nonostante tutti questi via libera, compreso quello principale del comitato di valutazione che comprende anche rappresentanti del ministero dell’Economia oltre a quello della Salute, adesso indica la futura norma ai consiglieri come un possibile elemento di rischio. “È necessario valutare attentamente se l’impegno finanziario richiesto sia congruo ai valori di mercato” spiega, quando ormai sta per incominciare la discussione su un disegno di legge, ritenuto fino a l’altro giorno l’ultimo ostacolo superato. E, all’improvviso, spunta un protocollo d’intesa che la giunta di Alberto Cirio ha sottoscritto con Cassa Depositi e Prestiti chiamata a svolgere il ruolo di advisor per “per valutare la congruità dei costi previsti dal partenariato pubblico-privato”. Compito che Cdp ha già esercitato nella fase di predisposizione del bando di gara di un altro partenariato pubblico-privato: quello per il Parco della Salute di Torino, lavorando al fianco anche in quell’occasione di Ernst&Young, lo stesso advisor che segue il dossier di Novara.

Di questo protocollo Icardi ne ha dato notizia in commissione Sanità di Palazzo Lascaris, anche se il compito affidato a Cdp, in questa circostanza, incrocia pericolosamente l’iter per il varo della legge regionale a garanzia del pagamento del canone annuo di 18,5 milioni di euro per 26 anni, legando al sua approvazione all’esito della valutazione. Non solo. Sempre secondo quanto affermato dall’assessore e contenuto nel protocollo, è contemplata “la possibilità che Cassa Depositi e Prestiti finanzi, eventualmente, il progetto a tassi inferiori”. Cosa vuol dire? Ritorna l’ipotesi caldeggiata proprio dal titolare della Sanità nella giunta Cirio di sostituire il partenariato con un prestito da parte del grande forziere dei risparmi postali? Se così fosse, anche solo ipoteticamente, non si profilerebbe una sorta di conflitto di interessi tra l’advisor e il finanziatore che sarebbero lo stesso soggetto? O forse ci si riferisce al finanziamento, con costo del denaro minore, a favore dell’investitore privato? Ma anche in questo caso qualcosa da chiarire nell’eventuale intersecarsi dei ruoli di Cdp parrebbe profilarsi all’orizzonte.

Resta comunque questa ennesima verifica che se da un lato riconferma le mille cautele che Icardi fin da quando ha preso in mano il dossier novarese non ha negato di porre sul tavolo, dall’altro attesta ulteriormente quel che lo stesso assessore non nega: le sue forti perplessità di fronte “a quel partenariato”, indicando il piano finanziario per la Città della Salute. Tanto da indurlo a quell’avvertimento circa il voto della legge da egli stesso portata in giunta, dopo non poche sollecitazioni, compresa e non ultima quella del governatore e del sindaco Alessandro Canelli.

“Ogni strumento messo in campo per consentire un risparmio alla pubblica amministrazione è bene accetto, quindi ben venga il protocollo d’intesa tra Regione Piemonte e Cassa depositi e Prestiti” commenta Mimmo Rossi, del Pd, vicepresidente della commissione Sanità, ricordando come “dopo le cinque approvazioni dal nucleo di valutazione del ministero siamo di fronte ad un’ulteriore valutazione di un piano economico finanziario che ci auguriamo possa arrivare al più presto”. Messaggio reso ancor più esplicito quando il consigliere dem avverte: “Stando alle parole dell’assessore è evidente che prima del voto finale della legge sarà necessario che i consiglieri conoscano l’esito della valutazione di Cdp”. E se queste dovessero tardare slitterebbe anche la tabella di marcia che prevede la discussione generale in aula e voto entro gennaio.

Saranno pure legittime cautele, ma il susseguirsi di ritardi, attese, pareri e valutazioni ogni volta che la vicenda sembra destinata ad imboccare con decisione la via che porti all’inizio della realizzazione dell’opera non può che alimentare dubbi che già serpeggiano da tempo. Lo stesso auspicio del consigliere dem di vedere “tutte le opere di partenariato attive in Piemonte sottoposte allo stesso vaglio finanziario”, potrebbe finire paradossalmente per accomunare nello stesso incerto destino della Città della Salute anche altri progetti, a partire dal Parco della Salute di Torino dove Cdp ha operato sì, ma nella redazione del bando e non risulta invece a priori in merito alla “congruità dei costi” come invece disposto nel protocollo da poco siglato per Novara.

C’è poi un'altra questione, per niente marginale, che riguarda la legge a garanzia del canone nel caso l’azienda ospedaliera universitaria si trovasse nell’eventualità (dalla stessa esclusa con nettezza) di non poter pagare anche una sola rata. La legge dal tormentato iter e non ancora formalmente tale, sempre secondo l’assessore non sarà sufficiente per gli anni a venire: “Sarà necessario un disegno di legge ogni anno a garanzia della rata”. Affermazione, quella riportata anche nel sito ufficiale di Palazzo Lascaris, che ha fatto balzare dalla sedia più di un consigliere. Di fronte a questo scenario, oltre a prospettarsi puntualmente un procedimento legislativo di cui si potrebbe fare a meno, quali garanzie per un contratto di 26 anni si potrebbero dare dovendo subordinarle ogni anno a una decisione del Consiglio? Semplice (si fa per dire) confusione o elementi di una storia a metà tra la commedia dell’assurdo e il giallo? “Abbiamo finalmente ottenuto tutti i pareri tecnici e finanziari necessari per procedere con la norma richiesta dal nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici del ministero”, diceva Icardi lo scorso 13 novembre. Un mese dopo si scopre che tutti quei pareri, evidentemente, per la giunta di centrodestra che governa il Piemonte ancora non bastano.

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