ITTIOLOGIA POLITICA

Ma che belle queste sardine

Piazza Castello è strapiena: "Siamo quelli che non abboccano alle panzane dei populisti". Più di 30mila persone, pochi politici. Il saluto di Liliana Segre - GUARDA I VIDEO E LA FOTOGALLERY

Un mare di sardine riempie piazza Castello. Certamente più di 30mila. L’appuntamento era alle 19, ma quasi un’ora più tardi affluiscono ancora da via Garibaldi, via Roma, via Pietro Micca. Anche Torino risponde all’appello. Sono qui per rompere le scatole. Ai populisti, ai sovranisti ai mestatori di verità ai falsi profeti di sventura. E soprattutto vincono l’isolamento e la paura. Da sole sono preda, ma in banco sono fortissime. Nulla è ineluttabile, tutto è possibile: pare questo l'urlo che sottovoce s’alza dal capoluogo piemontese mentre dal palco gli organizzatori leggono il messaggio che la cittadina onoraria Liliana Segre recapita a queste “sentinelle della memoria” e subito dopo s’intona Bella Ciao.

Impossibile evitare il paragone con la piazza arancione delle Madamin, quando un anno fa Torino sfilò per la prima volta, senza simboli di partito, per la Tav: “Questa sera è pieno di giovani” quasi si commuove Mauro Salizzoni, il mago dei trapianti, con un’antica militanza a sinistra culminata con l’elezione a Palazzo Lascaris nelle ultime regionali, sotto le insegne del Pd. “Sono felice di trovarmi in mezzo a tanta gente che è qui contro l’inciviltà, l’imbarbarimento del linguaggio e delle persone. Questi giovani ci danno speranza”.

I politici non mancano ma sembrano perdersi in una piazza più grande di loro: c’è il presidente della Sala Rossa Francesco Sicari (M5s), il consigliere regionale Daniele Valle (Pd), il segretario torinese di Rifondazione Comunista Ezio Locatelli, il radicale Silvio Viale e gli attivisti dell'associazione Adelaide Aglietta con le bandiere dell'Europa. Il sindaco di Susa Sandro Plano, uno dei volti storici del popolo No Tav, per una sera è fianco a fianco con chi ha combattuto per anni.

“Torino non accetterà mai la Lega e ogni movimento che si ispira al fascismo” dice un ragazzo dal palco, “Torino non si Lega” gli hanno risposto a gran voce le migliaia di persone presenti. “In altre piazze si alzano le mani in saluto romano, noi qui lo facciamo per sventolare libri” aggiunge Niccolò Pagani. Fra le migliaia di persone assiepate c’è Francesco Paganelli, ambizioso scrittore che ha riassunto (e portato in piazza) la Divina Commedia, un’opera che definisce “ancora attuale perché parla dell’uomo. Ultimamente in troppi, anche in politica, si dimenticano che cos’è l'uomo e si comportano da bugiardi perché sono ignoranti. La Divina Commedia è una reazione culturale all'ignoranza e alle menzogne”.

Il clima è di festa, tantissimi i giovani. Dal palco gli interventi si alternano ai brani di De Andrè e De Gregori: “Siamo tanti, siamo tantissimi, superiamo i 35mila, ci dicono che siamo 40 mila” annuncia uno dei promotori, subito investito dall’applauso della piazza.

Tra i presenti anche chi in piazza ci è andato per la prima volta: “Non sono un animale da manifestazione, ma ho deciso di scendere in piazza con le sardine contro ogni fascismo e ogni razzismo, che a mio avviso non sono modi di rispondere ai problemi reali dei cittadini”. Altre sardine vicine hanno smentito quanti sostengono che le sardine siano nate contro Matteo Salvini e affermano: “Non è un messaggio contro qualcuno, ma siamo qui a manifestare per l’accoglienza”. Un’altra aggiunge: “Siamo quelli che non abboccano alle panzane dei populisti”. C’è Claudia, sottobraccio la Costituzione, viene da Biella “dove non siamo tutti cretini”, con chiaro riferimento all’esito delle ultime elezioni che hanno visto prevalere il sindaco leghista Claudio Corradino. Molte anche le famiglie, come la “Sardina Family”. Prende la parola il papà-sardina, che spiega che la sua “tribù” ha voluto partecipare “perché si tratta di una piazza di tutti, un’occasione per manifestare tutti insieme in un clima pacifico”.

Intanto, dal palco degli organizzatori si diffonde per tutta la piazza l'intervento di Sara, studentessa universitaria di 19 anni che dichiara di essere stanca di una classe politica che “non bada ad altro che al consenso”. A nome di tutte le sardine ha poi lanciato una delle parole d’ordine di questa serata: “Non abbocchiamo più”. Poi di nuovo un concetto già più volte ribadito: “Noi siamo la domanda, le risposte le deve dare la politica”.

Sardine a Torino

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