SANITA' & POLITICA

Ospedali, la Regione ha un piano: quello del centrosinistra

Proclami altisonanti, cambiali elettorali da onorare, ipotesi campate in aria. Sull'edilizia sanitaria l'assessore Icardi è costretto ad ammettere che sono solo parole. Troppe. E alla fine dà il via libera alla mozione presentata dal Pd Ravetti

Il programma di interventi in edilizia sanitaria votato nel maggio del 2018 dalla maggioranza di centrosinistra, allora al governo della Regione guidata da Sergio Chiamparino, “è stato uno degli atti di programmazione più importanti” e l’attuale giunta di centrodestra si “impegna a darne piena attuazione”.

Difficilmente immaginabile un epilogo simile della lunga mattinata, con appendice postprandiale, della relazione dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi. Invece finisce proprio così, con il voto favorevole della maggioranza di centrodestra all’ordine del giorno presentato dal capogruppo del Pd Domenico Ravetti. Appena qualche leggera, e in quanto tale accettata dai dem, limatura proposta da Icardi e il testo passa con il centrosinistra che incassa e una seduta che si chiude come un sipario su una pièce di cui sfugge il senso ma da cui emerge l’immagine di una Regione che sulla materia più importante e pesante per il bilancio come per la vita dei cittadini si mostra con idee confuse e decisioni che quando si intravvedono sono solo annunciate.

Nell’agitarsi di tavoli, advisor, pareri e proposte nulla di concreto pare muoversi. Si annunciano cambiamenti, ma nei fatti non se ne vedono. “La pubblica amministrazione parla con gli atti” premette, dicendo una sacrosanta verità, l’assessore all’inizio della sua relazione. Ma di quegli atti fino ad oggi si stenta a vederne l’ombra. Così come non si riuscirà, alla fine della relazione, a trovare una risposta chiara e netta alle tante domande che gravano su altrettante questioni: dal Parco della Salute di Torino alla Città della Salute di Novara, passando per il futuro ospedale del Verbano-Cusio-Ossola a quello di Torino sud.

Non manca pure qualche imbarazzante malinteso: ad un certo punto Icardi dice che “finalmente anche il Pd ha capito la bontà della scelta e concorda sul tenere fuori dal Parco della Salute il Regina Margherita. Solo i paracarri non cambiano idea”, chiosa. Delle due l’una: o i piddini stanno piantati ai bordi delle strade, oppure l’assessore non ha compreso – come poi ammetterà nella replica – quanto sostenuto dai dem in uno loro comunicato. In verità, si tratta di una battuta, giacché negli archivi è rintracciabile una nota decisamente aperturista verso la nascita di una torre pediatrica a firma di Nino Boeti nella veste di responsabile sanità del Pd piemontese. Posizione invece diversa quell espressa da Mauro Salizzoni. Il luminare dei trapianti, oggi vicepresidente del Consiglio regionale, fa di più: rivolgendosi a Icardi gli dice: “Comprendo la sua situazione, lei deve pagare un debito elettorale che non ha contratto” riferendosi alle promesse del centrodestra prima del voto – e rinnovate oggi in aula da Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia – di tenere fuori dal futuro polo ospedaliero il Regina Margherita e il Sant’Anna.

Intanto però la giunta è in una palude: “Non si può fermare tutto per un mero capriccio politico” sbotta il dem Raffaele Gallo. “Se davvero la giunta crede che il pediatrico e il materno-infantile debbano restare fuori dal nuovo Parco della Salute, agisca di conseguenza” dice Salizzoni, avvertendo: “ma lo faccia subito e con decisione, perchè di fronte ai continui tentennamenti e cambi di idee il rischio è che gli investitori si sottraggano e il progetto intero si areni”.

Tentennamenti e cambi di idee che certo non sono stati spazzati via oggi in aula. “Fare ipotesi è prematuro, non ritengo corretto affidarmi a scelte frutto di lotta politica e penso sia meglio se le decisioni arriveranno da studi approfonditi delle questioni tecniche” dirà l’uomo della sanità nella squadra di Cirio, parlando ancora del Parco della Salute. A poco serve che ancora Salizzoni ricordi come tutti e tre i progetti ipotizzati dai potenziali partner privati per la realizzazione dell’opera contemplino una torre pediatrica.

“Lei riesce a dire tutto e il contrario di tutto stando in una torretta a parlare a vanvera da solo”, è il durissimo attacco di Marco Grimaldi di Leuv all’inquilino di corso Regina cui anch’egli addebita il pagamento della cambiale elettorale sul Regina Margherita. “Non sono cambiali politiche, ma promesse elettorali cui questa maggioranza terrà fede”, ribadirà il capogruppo di FdI Marrone.

È un Icardi solo, senza neppure un collega assessore e pochi consiglieri di maggioranza, quello che in mattinata scorre uno dietro l’altro i fogli della relazione dove non può non essere tra i punti cruciali l’altro grande progetto: la Città della Salute di Novara. La richiesta del ministero di una legge regionale a garanzia del canone da pagare al partner privato “è un’aberrazione giuridica” e nell’approvare quella stessa legge che lui, l’assessore, ha portato in giunta da cui è quindi approdata in commissione consiliare prima di finire in aula, Icardi avverte nuovamente: “il Consiglio di deve porre il ragionevole dubbio se quello che si sta facendo è una cosa corretta”.

Ecco perché, spiega, “serve una verifica della correttezza del buon padre di famiglia” di fronte ai conti. E dunque, “per questo abbiamo firmato il protocollo con Cassa Depositi e Prestiti che assisterà l’azienda novarese per la gara, ma farà anche quel vaglio formale sul valore di mercato del partenariato pubblico privato che se avrà, come suppongo, esito positivo scioglierà ogni dubbio”. Quindi – la conclusione è sorta spontanea – si aspetterà l’esito della valutazione di CdP per approvare la legge chiesta dal ministero. Niente affatto: “Io non voglio fermare, né rallentare niente – replica Icardi –. La legge si può votare prima del parere”. Storce il naso Ravetti. “O si aspetta l’esito di CdP o questa cosa lei la inserisce nel testo di legge”, avverte il capogruppo del Pd che non rinuncia all’affondo: “È vero lei ascolta molto, ma non fa altro. Lei deve decidere. Parla di atti, fateli e portateli qui in Consiglio”.

Non va meglio sull’ospedale “unico plurisede” del Vco. “Volevano costruirlo su una collina dove quasi non si arriva neppure a piedi” ricorda l’assessore riferendosi al sito di Ornavasso. Meglio “la nuova soluzione con l’ospedale che sarà costruito nella piana di Domodossola, con il Castelli di Verbania che resterà attivo ma sarà ridotto dei reparti che non presentano standard di sicurezza”. Lo stesso Castelli che pochi minuti dopo il capogruppo della Lega Alberto Preioni, artefice della soluzione che è riuscita a spaccare pure il suo partito a Verbania, annuncia sarà oggetto di “un potenziamento”.

Tra annunci, schermaglie, supercazzole e documenti finali condivisi la verità sta nell’amara ma reale constatazione del consigliere novarese del Pd, Mimmo Rossi che dice: “Mentre qui discutiamo in Lombardia stanno costruendo ospedali”.   

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