GLORIE NOSTRANE

Non sa inglese né informatica, ora fa il ministro dell'Istruzione

Tocca alla grillina Azzolina, piemontese d'adozione, il posto del dimissionario Fioramonti. La brutta prova al concorso da preside rivelata da un membro della commissione. Spacchettato il dicastero, Università e ricerca a Manfredi

Due lauree, Filosofia e Giurisprudenza, ma non va all’Università. Diminutio su cui non vale certo la pena recriminare, quella imposta da Giuseppe Conte con la decisione di sdoppiare il Miur togliendo gli atenei (affidati a Gaetano Manfredi) dalle materie di cui dovrà occuparsi l’ex sindacalista e parlamentare pentastellata di prima nomina Lucia Azzolina, appena promossa da sottosegretaria a ministro dell’Istruzione .

Nata a Siracusa il 25 agosto del 1982, studi a Catania, primo impiego in Liguria nei licei di Sarzana e La Spezia, la neoministra diventa piemontese nel 2014 con la cattedra al Quintino Sella di Biella. Quattro anni dopo arriva in Parlamento, eletta nel proporzionale per il collegio Novara-Biella-Vercelli-Novara.

“Lavorerò a testa bassa, con umiltà e grande senso di responsabilità, come ho sempre fatto. Continuando ad ascoltare, a studiare e ad amare la scuola come quel primo giorno col grembiule bianco” aveva promesso quando era stata nominata sottosegretario, andando a comporre quella folta pattuglia governativa piemontese nelle fila dei Cinquestelle, mentre il Pd si accontentava di un solo sottosegretario, Andrea Giorgis. E proprio quel suo essere descritta come uno dei parlamentari grillini meno lontani e meno ostili al Pd di Nicola Zingaretti aveva fatto sollevare all’interno dello stesso movimento più di una perplessità, aprendo a retroscena che la volessero penalizzata nella corsa, rivelatasi rapidissima, verso la poltrona lasciata libera dal dissidente Lorenzo Fioramonti.

Per anni attiva nel sindacato Anief e in prima linea contro le classi-pollaio, Azzolina fa carriera anche nella scuola oltre che in politica. Qualcuno dice che le due cose si sarebbero incrociate pericolosamente quando partecipa e vince un concorso da dirigente scolastico mentre siede in commissione Cultura a Montecitorio. “Avevo preparato quel concorso l’anno prima”, ovvero quando ancora non era stata eletta. Prenderà zero in informatica e 5 su 12 in inglese, ma il concorso è vinto. Il posto può aspettare. Adesso lei è in quello più alto della piramide scolastica.

Azzolina mastica a malapena l’inglese, per non parlare della sua scarsa preparazione informatica. Ad affermarlo, in una lettera pubblicata oggi su Repubblica, è Massimo Arcangeli, presidente della Commissione per l’accesso al ruolo di dirigente scolastico che ha giudicato l’attuale neo ministra. “Non ci siamo prodotti né in genuflessioni né in accanimenti, e alla fine Lucia Azzolina, malgrado io stesso le abbia fatto una domanda sull’interculturalismo caduta nel vuoto, se l’è cavata: almeno la normativa – dirò del resto più avanti – la conosceva", ha spiegato Arcangeli, che ha voluto rispondere al dubbio (insinuato dalla possibile erede di Fioramonti) “che una combriccola di giudici prevenuti poteva avercela con lei”. In effetti, nonostante l’idoneità ottenuta, la prova orale di Azzolina al concorso da preside non era andata poi così bene. Lo svela lo stesso Arcangeli. “Non ha risposto a nessuna delle domande d’informatica, al punto da strameritarsi uno zero (il massimo era 6). Ho un nitido ricordo di quella prova – racconta ancora Arcangeli – come pure di quella volta ad accertare la conoscenza della lingua inglese. Il voto ottenuto dalla candidata Azzolina fu allora il più basso fra quelli maturati dal quintetto della mattinata: 5 su 12”.

Arrivano rapidi i complimenti della collega cuneese Fabiana Dadone (Pubblica Amministrazione) che dopo aver bombardato in questi giorni Fioramonti, per la Azzolina di cui dice “saprà dare il massimo per i nostri bambini e ragazzi”. La sindaca Chiara Appendino vede “rafforzare il legame tra Torino e il Governo”. Già il Pd piemontese aveva dovuto ingoiare il rospo di due dicasteri grillini a zero (Dadone e Paola Pisano), adesso che sono addirittura tre è roba da finire dietro la lavagna.

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