OCCUPAZIONE

Uno spiraglio per l'ex Embraco

Un imprenditore di Chieri pronto ad assorbire 50 dei 400 addetti rimasti senza lavoro: è Tartaro, proprietario della Traces. Moderata soddisfazione dei sindacati, ma è solo un piccolo passo verso la soluzione del problema

C’è un imprenditore che si dice pronto a ad assumere 50 degli oltre 400 addetti dell’ex Embraco, si chiama Daniele Tartaro ed è a capo di Traces, azienda che opera nella ricerca e produzione di contenitori innovativi per la raccolta e conservazione dei campioni bioptici. Ha già un insediamento a un chilometro dallo stabilimento industriale da tempo al centro di una delle più pesanti e complicate crisi  del Piemonte.

“Oggi lì ci lavorano venti persone, ma ci stiamo ampliando e per questo siamo interessati. Vendiamo dappertutto, a eccezione degli Usa, ed entro le prossime tre settimane raggiungeremo un accordo con una multinazionale per rafforzarci in Europa", spiega l’imprenditore interessato a insediare la produzione nell’ex capannone Whirlpool e, come annunciato al sindaco di Chieri Alessandro Sicchieri (che ha avuto  Tartaro candidato nella sua lista alle ultime elezioni) pronto, nel caso, ad assorbire poco più di un decimo dei dipendenti rimasti senza lavoro.

Racconta, anche, l’imprenditore che questa idea non è recentissima e che un progetto in merito era stato “presentato già un paio di anni fa all’allora presidente della Regione Sergio Chiamparino che si era mostrato interessato anche se poi tutto era andato in un altro modo”.  

Adesso la Traces ci riprova. Un milione e mezzo di fatturato nel 2019, un nuovo brevetto per il reimpiego della lana di scarto depositato nel 2018, una compagine aziendale con dieci società tra Torino, Modena, Imola e Teramo, la Traces nei suoi piani vedrebbe nell’ex Embraco l’impianto dove fare assemblaggio, rafforzando anche la parte amministrativa.

“Già tre mesi fa abbiamo illustrato il nostro progetto all'attuale proprietà Ventures - spiega Tartaro – e il Mise ha già il dossier con il progetto, ma finora ha insistito sull'obiettivo di trovare un interlocutore unico. Ne riparleremo al prossimo tavolo. Lavorare in questa direzione potrebbe aprire un nuovo scenario, un circolo virtuoso, altri imprenditori locali potrebbero farsi vivi ed essere coinvolti".

Non certo una soluzione per l’enorme problema occupazionale, ma quantomeno un segnale. “Il fatto che comincino a manifestarsi dei progetti industriali è un risultato delle mobilitazioni e delle iniziative che abbiamo messo in campo in questi mesi”, rivendica Ugo Bolognesi della Fiom.

Per il sindacato un risultato è anche il fatto “che siano coinvolti e che si assumano le proprie responsabilità sulla vicenda, Whirlpool e Invitalia. La cabina di regia però - aggiunge è compito del ministero e da questo vogliamo che venga convocato al più presto il tavolo di crisi e che ci venga presentata quella che il sottosegretario Alessandra Todde ha definito road map verso la soluzione”.

I sindacati chiedono inoltre che “vengano erogate immediatamente le mensilità mancanti e tutte le voci non pagate da Ventures". Anche per Vito Benevento, della segreteria Uilm, "l'interessamento di nuovi soggetti industriali è positivo, ma dovremo valutare nel merito la solidità delle proposte e soprattutto quali capacità di ricollocazione dei lavoratori saranno messe complessivamente in campo. È evidente che non si deve cadere in un secondo fallimento quale è stato l'ormai tramontato progetto Ventures".

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