OPERE & OMISSIONI

L'ospedale della Lega sul gasdotto

Il progetto del nuovo nosocomio di Domodossola, immaginato dal partito di Salvini e imposto alla giunta regionale, prevede lo spostamento da parte di Snam della condotta che attraversa l'area. Borghi (Pd): "Un pasticcio tra il grottesco e il paradossale"

Da un progetto che prevedeva la costruzione del nuovo ospedale su una collina “dove ci si arriva solo a piedi”, per usare le parole dell’assessore Luigi Icardi, a un piano alternativo che ha come sede del futuro presidio sanitario un’area attraversata da un gasdotto. Storia tormentata e complicata quella del futuro nosocomio del Verbano-Cusio-Ossola con l’amministrazione regionale che annuncia di gettare nel cestino la decisione della precedente giunta di realizzare ad Ornavasso la struttura unica per la provincia optando per mantenere pur ridimensionato il Castelli di Verbania e annunciando la costruzione di un nuovo ospedale nella piana di Domodossola. E già di fronte a questo stravolgimento fortemente voluto dalla Lega con l’assessore alla Sanità, ma non di meno con il capogruppo in consiglio regionale Alberto Preioni, si erano sollevate fortissime polemiche e critiche per nulla placata e che hanno coinvolto lo stesso partito di Matteo Salvini che ha dovuto registrare l’uscita di tre suoi consiglieri dal gruppo al Comune di Verbania in aperto dissenso sul progetto. Per non dire del centrosinistra che adesso mette sul tavolo una carta pesante o, se si vuole, una brutta gatta da pelare per la giunta di Alberto Cirio che già si era arrampicata sugli specchi nel definire ospedale unico quelli che in realtà sarebbero due.

Se una collina, quella di Ornavasso, è luogo poco indicato a parere dell’assessore per costruirvi un ospedale, meglio realizzare la struttura sopra il gasdotto della Snam? Premesso che ciò non sarebbe fattibile e nessuno si sognerebbe di concedere l’autorizzazione, possibile che tra tanti orgogliosi annunci nessuno abbia pensato a quel tubo che corre sottoterra? O non sarà forse anche per questo che fino ad oggi non si è andati di un centimetro avanti rispetto ai soli annunci?

Qualcosa di più, forse, si potrà capire giovedì prossimo quando del progetto dell’ospedale nell’area attraversata dalla condotta della Snam si parlerà in consiglio comunale a Domodossola chiamato ad affrontare la questione da un’interpellanza del Partito Democratico. Ricordando come dall’annuncio fatto ad ottobre “la Regione non ha prodotto alcun atto ufficiale per rivedere il precedente piano sanitario che prevedeva la realizzazione di un nuovo ospedale baricentrico nel territorio di Ornavasso ed il potenziamento della medicina territoriale con le case della Salute nei vari territori, a cominciare dai siti dei due ospedali oggi esistenti, San Biagio e Castelli", i consiglieri dem Davide Bolognini e Rosario Mauro, chiedono conto al primo cittadino Lucio Pizzi del problema gasdotto. “Il sindaco ha affermato che starebbe sottoscrivendo un protocollo d’intesa con la Regione Piemonte per l’avvio delle opere di realizzazione del nuovo presidio ospedaliero e dichiarato che la Snam sarebbe disposta a spostare il gasdotto, ma questo – osservano i consiglieri – non risulta in nessun atto ufficiale né della società, né del Comune”.

Situazione intricata o, per dirla con il deputato ossolano del Pd Enrico Borghi “oscillante tra il grottesco e il paradossale”. E punta l’indice contro la Cirio, il parlamentare piddino: “si è trovata un progetto esecutivo pronto, una variante urbanistica fatta, finanziamenti statali e Inail già stanziati. Bastava cambiare velocità, come annunciava il futuro presidente in campagna elettorale, e appaltare le opere. Invece ha innestato la retromarcia, dopo aver chiesto a Inail di sospendere la procedura e quindi il finanziamento, andando contro al pronunciamento della maggioranza assoluta dei sindaci della provincia e in un profluvio di dichiarazioni contrastanti che hanno fatto emergere un pressapochismo imbarazzante”.

Elenca un susseguirsi di annunci, dichiarazioni, contraddizioni, Borghi: “Dalla proposta di due ospedali pubblici, entrambi non rispettosi dei parametri legislativi, alla promessa di 35 milioni di investimenti per Verbania fino all’ipotesi di privatizzare il Castelli, senza dire dello spavento di Preioni il quale forse rendendosi atto del pasticcio, mette le mani avanti e annuncia che serviranno almeno dieci anni per fare l’ospedale a Domodossola”.

Adesso salta fuori pure il gasdotto: “Una commedia tutta imbastita su due slide proiettate da un imbarazzato e imbarazzante assessore alla sanità regionale, con la regia di un presidente di Regione che in realtà in tal modo intende sottrarsi dalla morsa leghista facendo scoppiare le contraddizioni della strategia di Preioni”. Per Borghi, “il risultato di questo pasticcio già si profila all’orizzonte: San Biagio e Castelli, i due nosocomi integrati in un ospedale unico distinto su due plessi distanti tra loro 40 km, si accartocceranno su sé stessi. I fondi per il nuovo ospedale unico verranno persi. E la Lombardia dove Preioni e soci ci volevano portare diventerà il bacino naturale dove andare a farsi curare, con soddisfazione dei privati convenzionati e scasso ulteriore delle casse pubbliche piemontesi”.

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