POLITICA & GIUSTIZIA

Processo Morano, la prova è "alterata"

Colpo di scena all'Appello. La registrazione della presunta richiesta estorsiva dei mandanti del notaio risulta "non genuina" secondo il perito. E anche l'accusa di truffa per i biglietti del Regio sembra cadere. Udienza aggiornata al 9 marzo

Un nuovo colpo di scena alla ripresa del processo in appello per la “guerra fra le discoteche” in cui fra i quattro imputati compare il consigliere comunale Alberto Morano, assolto in primo grado. Il caso ruota intorno ai file con l’audio di una conversazione registrata che dovrebbe dimostrare, secondo le accuse, la richiesta illecita di 200 mila euro fatta da presunti emissari del notaio al consulente dei titolari della discoteca Cacao per desistere dalla sua azione volta a mettere in luce le irregolarità della concessione.

L’avvocato Andrea Cianci, difensore dell’imprenditore Antonio Biondino, colui che sarebbe stato latore della tentata concussione, ha chiesto e ottenuto di fare intervenire in aula un suo consulente informatico, Giuseppe Dezzani, che ha esaminato i file rilevando – secondo quanto è emerso – anomalie, criticità e incongruenze: in sintesi, secondo il perito la registrazione prodotta “non è genuina”, sarebbe stata alterata come dimostrerebbe l’interruzione piuttosto significativa, di circa quattro secondi, in un momento chiave del colloquio. Insomma, l’attendibilità della “prova” è seriamente compromessa. Di fronte a tali risultanze la procura generale non si è opposta, limitandosi alla richiesta di sentire in aula il perito. Il giudice del processo di primo grado, Francesca Christillin, ribaltando l’impianto accusatorio di Gianfranco Colace, la considerò inutilizzabile e, come scrisse per motivare le assoluzioni, “profondamente inquietante”. Alla scorsa udienza Giovanni Cozzula, il consulente che avrebbe registrato la richiesta di denaro, si è presentato in aula dicendo di avere recuperato il file completo dal suo computer, dove l’aveva riversato.

Pare crollare anche l’altra accusa mossa a Morano, quella di truffa per cinque biglietti “omaggio” agli spettacoli del Teatro Regio che il notaio aveva ricevuto in qualità di consigliere comunale, ma che ha ceduto ad Angelo D’Amico, suo predecessore in Sala Rossa, per il valore di 910 euro. Svolgendo un’indagine difensiva, il legale di Morano, l’avvocato Alberto Mittone ha riscontrato dall’esame dei borderò del Regio che nelle serate “incriminate” non è mai stata raggiunta la capienza della sale, cosa che fa cadere ogni ipotesi di danno subita dalle casse del teatro.

Il processo è stato aggiornato al 9 marzo.

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