DIRITTI & ROVESCI

Affidi, "la legge va rivista, ma non si usino i bambini"

L'arcivescovo di Torino Nosiglia invita la Regione a modificare la proposta accogliendo i rilievi critici. "La Chiesa non entra nel dibattito politico" però chiede rispetto per famiglie e figli. "Occorre una nuova cultura dell'infanzia". E la Caucino apre a un tavolo di confronto

La legge va rivista, ma nessuno utilizzi i bambini come strumento di lotta politica: questo il monito della diocesi di Torino il giorno dopo le polemiche che hanno investito l’assessore regionale Chiara Caucino per le sue dichiarazioni a difesa del disegno di legge sugli affidi. «La Chiesa non interviene nell’attuale dibattito tra le forze politiche. E tanto meno, naturalmente, prende posizione a favore di questo partito o contro quell’altro. Il mio compito è ricordare, a chi sembra averlo volutamente dimenticato, che l’unica priorità intorno a questa legge è il bene dei bambini». Ad affermarlo, l’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, a proposito del dibattito sul disegno di legge della giunta regionale del Piemonte “Allontanamento zero” che punta a ridurre gli affidi dei minori.

«I bambini – spiega Nosiglia – sono un bene che si tutela e si promuove attraverso percorsi legislativi adeguati e attraverso una complessiva “cultura dell’infanzia” che, appunto, sia capace di astenersi dall’usare i bambini come braccio armato per imporre un’altra puntata del solito show mediatico». Ai bambini, prosegue il prelato, «va portato il massimo rispetto, ricordo tutto ciò in questo momento in cui nella nostra Regione si affronta il tema di una legge che anche le associazioni cattoliche insieme all’Ufficio Famiglia della Curia diocesana che si occupano di questo problema, giudicano da rivedere. Invito pertanto a moderare i toni degli interventi e a perseguire un sereno confronto che ascolti i soggetti in causa che sono appunto sia le famiglie di origine e sia quelle affidatarie, i bambini stessi e quanti si occupano per il loro servizio anche sociale di salvaguardarne la persona e il futuro».

Una questione complessa, che va affrontata in tutti i suoi ambiti: «Sia ben chiaro che il problema va al di là del pure importante aspetto finanziario – ammonisce Nosiglia – e investe valori etici e civili fondamentali che riguardano ogni singola persona coinvolta. I bambini sono il più grande tesoro per una società e non possono diventare motivo di scontro per nessuno. Ci si occupi piuttosto dei loro “diritti”: alla vita, a una famiglia accogliente e sicura, a una scuola per l’infanzia gratuita per le famiglie numerose e a un sostegno per quelle povere; a educatori che sappiano esercitare una vera e profonda umanità».

E l’assessore Caucino sembra tendere una mano alle tante critiche espresse in questi giorni - sia nel merito del provvedimento sia nel metodo da lei utilizzato per portarlo avanti - e impone una brusca frenata all’iter di approvazione del disegno di legge Allontanamento Zero. “Prendo atto delle tante istanze che mi sono pervenute e sono disponibile ad aprire un confronto con chi vorrà partecipare” dice Caucino, che pare aver cambiato atteggiamento dopo la bufera che l’ha travolta ieri e la richiesta da parte dello stesso Alberto Cirio di aprire un dialogo con tutti i soggetti interessati. Un tavolo di confronto sarà convocato entro la prima metà di marzo, periodo nel quale l’assessore ha in animo di incontrare anche mons. Nosiglia. Una posizione resa nota durante l'assemblea del Cal, il Consiglio delle autonomie locali, di fronte alla quale l'organismo ha deciso di congelare il suo parere sul disegno di legge in attesa degli sviluppi.