LUCCIOLE PER LANTERNA

Fassino giallorosso benedice l'intesa (ligure) con i grillini

L'ex sindaco di Torino plaude alla decisione del M5s che ha scelto l'alleanza con il Pd per le regionali. E così prepara il terreno alle comunali del 2021. Sindrome di Stoccolma o spregiudicato disegno politico? Intanto la sua dichiarazione agita i dem subalpini

Dalla Liguria con amore. È da lì che arriva, per l’uomo che venne dal freddo della sconfitta sotto la Mole, il “bel segnale di unità”. Tradotto: per Piero Fassino è l’avverarsi di un sogno: Pd e Cinquestelle insieme. Il Lungo si allarga, pur nella sintesi di un tweet, a benedire la “scelta dei militanti del M5s” (per inciso, 960 persone, tanti sono stati gli elettori sulla piattaforma Rousseau) di stipulare l’alleanza con il Pd per provare a strappare il governo a Giovanni Toti e alla sua coalizione di centrodestra. Come sempre prodigo di consigli e profezie a mo’ di sfida che si avverano in senso inverso, l’ex sindaco riparato in Parlamento con un seggio emiliano esorta i vicini rivieraschi: “Adesso avanti con un candidato presidente e un progetto capaci di raccogliere l’orgoglio e la volontà di una terra ricca di storia, ingegno, competenze e risorse”.

Mentre da Levante a Ponente s’incrociano gesti scaramantici e post contro di lui, Piero già vede la Lanterna trasformarsi in Mole. La sua corsa allargando braccia come ali di fenicottero verso il movimento che, dopo averlo attaccato senza risparmio, lo mandò a casa era, come si sa, incominciata da tempo sulle orme del mai rinnegato sodale Dario Franceschini. Posizione quella di Fassino a dir poco mal digerita da chi, soprattutto nel Pd torinese, cerca di resistere all’abbraccio mortale con il carnefice del 2016. Lo stesso finire alleati al governo del Paese non ha ammorbidito la linea di quanti ancora osteggiano l’ipotesi di intese con i grillini, rivendicando una distanza incolmabile da Chiara Appendino, dalla sua traballante maggioranza e soprattutto da una amministrazione ripiegata a una ineluttabile decadenza.

Fassino, quell’alleanza che adesso benedice in Liguria, fino a ieri si era limitato a rimandare a “decisioni locali”. Poco sembra importargli un’altra profezia, stavolta non sua e quindi meno a rischio boomerang: “Se facessero una roba del genere ci farebbero un regalo enorme, vinceremo le comunali di Torino anche senza muovere un dito”, disse un po’ di tempo fa il segretario regionale della Lega Riccardo Molinari. La roba, ovviamente, è l’alleanza giallorossa. Quella che ci sarà a contendere il secondo mandato a Toti e che, conclamando un’ormai palese sindrome di Stoccolma nell’ex sindaco, lo ha visto prontissimo nel benedirla. Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così il Lungo guarda la Lanterna e pensa alla Mole. E per chi, nel Pd, la pensa diversamente sulle comunali del 2021 non resta la speranza che Genova è un’idea come un’altra. Chissà.

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