EMERGENZA SANITARIA

Rsa e tamponi, "la Regione non risponde"

Opposizioni, sindacati e associazioni contro la decisione della giunta Cirio di trasferire nelle residenze assistenziali i contagiati meno gravi. Lo show dell'assessore Caucino: battute stizzite contro i colleghi di giunta e l'Unità di crisi

“L’unità di crisi? Mi hanno detto se le ordini lei le mascherine”, e poi “io non ho neanche la dignità di avere un mio direttore che mi rappresenti”. È un Chiara Caucino show quello che va in scena durante la Quarta Commissione in Regione Piemonte. In polemica con gli altri componenti della giunta, col governatore coni vertici dell’Unità di crisi, l’assessore al Welfare (e ai Bambini) è un fiume in piena. Il tutto mentre dall’opposizione arrivavano le bordate dopo la decisione della Regione di trasferire alcuni pazienti Covid non gravi nelle Rsa. C’è chi la definisce una “bomba epidemiologica pronta a esplodere”. I sindacati sono in subbuglio, idem le associazioni del volontariato. In Piemonte sono 25mila i ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali: in gran parte si tratta di anziani o persone con un quadro clinico comunque piuttosto compromesso e quindi particolarmente a rischio di fronte a una diffusione del virus. (Qui la delibera regionale)

“Servono controlli a tappeto a tutto il personale delle Rsa e agli utenti e strutture vuote da adibire all’accoglienza, lo diciamo da settimane senza sollevare polemiche ma con continue segnalazioni – attaccano tutte le opposizioni con una nota congiunta –. Eppure oggi abbiamo assistito a una commissione disastrosa, in cui l’assessora Caucino ha dimostrato di non sapere nulla sui tamponi e ha affermato di essere ignorata da colleghi e dirigenti, che nessuno del suo assessorato fa parte di in un’unità di crisi e che ogni Rsa viene seguita dalla sua Asl di riferimento, senza un protocollo o un coordinamento".

Questa è la situazione in una regione in cui ormai gli attacchi alla cabina di regia dell’emergenza sono quotidiani: dalle politiche sui test diagnostici all’approvvigionamento di mascherine e materiale protettivo per medici e infermieri. “A livello strutturale le Rsa non sono dotate di padiglioni isolati atti a garantire la separazione fisica degli spazi, ma ancora di più non sono in grado di fornire risposte alla necessità di avere una doppia struttura di personale senza contatti. Temiamo un utilizzo promiscuo delle maestranze” è l’allarme lanciato da Cgil, Cisl, Uil e Fisascat.  

Tutti quesiti e dubbi cui la Caucino non ha risposto. Così come non ha risposto alla domanda se sia stata lei, biellese, a bloccare l’allestimento di un’area Covid nell’ospedale di Biella, tra i nosocomi con maggiore disponibilità di posti in tutto il Piemonte. Alla fine della commissione il riassunto di una riunione a tratti surreale lo fa Giorgio Bertola del Movimento 5 stelle: “La ringrazio per la cortesia istituzionale – ha detto rivolto alla Caucino – ma lei qui rappresenta la giunta e non ha risposto a nessuna delle nostre domande”.

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