EMERGENZA ECONOMICA

Sì al commissario per la ripresa

Le imprese sposano l'idea di Porchietto di una Unità di crisi che gestisca con procedure snelle le misure per far ripartire l'economia. Ravanelli (Confindustria): "È già questo il momento". Alberto (Api): "Fare in fretta e bene". Coppa (Ascom): "Coinvolgere tutti i settori"

Per le imprese è utile e auspicabile la designazione di un commissario all’economia cui affidare la ripresa del Piemonte dopo il lungo lockdown produttivo. “Una figura che possa operare con la massima agilità decisionale, predisponendo sin d’ora un progetto di rilancio a sostegno della ripresa, che consenta al sistema produttivo di risollevarsi quanto prima. Non attendiamo che l'emergenza sia terminata, prepariamoci ora per ripartire poi il più rapidamente possibile” dice il presidente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli.

Pollice all’insù nei confronti della proposta lanciata dalla deputata di Forza Italia Claudia Porchietto che prevede l’istituzione di una vera e propria Unità di crisi per il Piemonte, coordinata da un commissario straordinario che riferisca direttamente al governatore Alberto Cirio. Le restrizioni dureranno probabilmente almeno fino alle vacanze di Pasqua comprese, intanto però “è necessario pianificare in modo efficiente la fase due”. Serve una cabina di regia che, secondo il segretario generale degli industriali piemontesi, Paolo Balistreri dovrà essere “snella” e dotata al proprio interno “delle competenze necessarie per mettere in campo misure efficaci”. Insomma, per una volta la politica dovrà ragionare come fosse un’impresa e per chiarire ulteriormente il concetto Balistreri lancia un appello: “Evitiamo organismi pletorici, composti da sessanta sigle, in cui ognuno dice la sua e alla fine non si decide nulla”.

Sulla stessa linea anche il numero uno delle Piccole Imprese Corrado Alberto, secondo cui “c’è bisogno di fare in fretta e bene” perché “c’è il rischio che si muoia di burocrazia ancor più che di virus. Troppe volte le idee e i progetti si scontrano con le procedure”. Norme, cavilli, autorizzazioni: sono questi i bastoni che più temono le ruote delle imprese, piccole e grandi. Una politica inefficace che parla e discute senza mai individuare le soluzioni. Dal nuovo commissario, se Cirio sceglierà questa strada, gli imprenditori si aspettano “autorevolezza, competenza e professionalità”, caratteristiche che, secondo medici, infermieri e sindacati, sono mancate in un’altra unità di crisi, quella che sta fronteggiando l’emergenza sanitaria.

In ballo ci sono risorse ingenti: quelle del piano competitività, di cui la stessa Porchietto è stata estensore e che ora va completamente rivisto, i fondi strutturali europei 2021-2027, i trasferimenti che arriveranno dal Governo. Ci sono treni che passeranno e non vanno persi.

“Di tavoli ne abbiamo già tanti – chiarisce Maria Luisa Coppa, numero uno di Confcommercio Piemonte – è chiaro che bisogna parlare di economia in modo serio perché finora si sono fatte solo chiacchiere eccezion fatta per la cassa integrazione e le nostre imprese sono disperate”. “Io sono d’accordo a costituire una unità di crisi per l’economia, spero sia divisa per settori e che tutti i comparti dell’economia piemontese riescano a risollevarsi”.