EMERGENZA SANITARIA

Razionato il farmaco anti Covid,
"Così si compromette la cura"

La Regione accoglie senza battere ciglio la prescrizione dell'Aifa e invita i medici a ridurre l'uso dei medicinali a base di idrossiclorochina. Contrarietà degli infettivologi: "Va somministrato per almeno 12-15 giorni". A rischio i protocolli di intervento domiciliare

Rischia di essere azzoppata la cura con idrossiclorochina dei pazienti colpiti dal coronavirus. Gli stessi protocolli per la terapia tempestiva e a casa che stanno dando risultati confortanti saranno di fatto vanificati per una decisione presa dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, e subito recepita dalla Regione Piemonte che ha inviato una disposizione alle Asl, agli Ordini dei medici e alle associazioni di rappresentanza dei farmacisti.

L’Aifa ha, infatti, stabilito che il trattamento con idrossiclorochina, meglio conosciuta con il nome commerciale di Plaquenil, debba essere contenuto tra i 5 e i 7 giorni, mentre tutti i protocolli e le indicazioni terapeutiche come quella della Società italiana di Malattie Infettive e Tropicali non scendono sotto i 12 arrivando a 15, come nel caso del protocollo Covid a casa adottato in provincia di Alessandria e destinato, secondo quanto dichiarato dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi, ad essere esteso all’intera regione.

Una decisione, quella assunta dall’Aifa, che insieme al divieto di utilizzare il farmaco in via preventiva – pur se studi ne hanno dimostrato l’efficacia nel ridurre le conseguenze degli effetti del virus – risulta poco comprensibile e solleva più di un dubbio circa le reali ragioni che potrebbero starne alla base.

La doverosa raccomandazione ai “prescrittori a garantire un utilizzo responsabile e ad attenersi alla nota dell’Aifa anche in considerazione che la clorochina e l’idrossiclorochina sono medicinali fondamentali per il trattamento di pazienti con patologie autoimmuni come l’artrite reumatoide”, sembra suffragare l’ipotesi che formalmente l’Aifa abbia ridotto, quasi dimezzandolo, il periodo di trattamento per risparmiare sulle dosi di farmaco a disposizione. Ipotesi che, tuttavia, traballa di fronte all’avvio della produzione in grandi quantità della medicina da parte dello Stabilimento Farmaceutico Militare di Firenze. E mentre altre Regioni hanno deciso di seguire l'esempio del Piemonte avviando cure a domicilio tra i pazienti meno gravi usando il Plaquenil nell'ambito  del protocollo terapeutico. Protocollo che dopo la disposizione dell’Agenzia italiana del farmaco recepita dalla Regione e oggetto di un comunicazione inviata alle Asl, ai farmacisti e agli Ordini dei medici da parte del direttore regionale Fabio Aimar, rischia di ridurre se non perdere la sua efficacia.

Perché se eminenti infettivologi concordano su un periodo di 12, 10 giorni di terapia, l’Aifa lo riduce fino a dimezzarlo? L’eventualità di rendere vana o comunque meno efficace una terapia domiciliare e, anziché portare in un buon numero di casi ad un’evoluzione senza necessità di ricovero, vedere questi pazienti varcare la soglia degli ospedali è concreta. Quale la vera ragione per stravolgere indicazioni e protocolli per l’uso di un farmaco che costa pochi euro, da tre a sei circa, alla confezione? Forse proprio in questo? Senza ricordare che il rischio di non averne a sufficienza è proprio sventato dalla produzione da parte dalla produzione da parte dei laboratori militari.

Pur dovendo recepire l’indicazione dall’Aifa, invitando aziende sanitarie e medici a seguirla, il Piemonte che ha nel suo assessore il coordinatore per la Sanità in Conferenza delle Regioni e che ha supportato annunciandone l’estensione del protocollo che prevede 15 giorni di terapia con il Plaquenil, non ritiene di chiedere ulteriori spiegazioni all’agenzia? Magari spiegando, con il supporto di infettivologi alla guida di importanti reparti negli ospedali piemontesi, che forse quel limite imposto nella durata della terapia potrebbe ridurne gli effetti se non addirittura vanificarla, portando i pazienti ad aumentare il numero già altissimo di quelli ricoverati? 

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