IDEE PER IL DOPO

Un "bond" targato Piemonte

La Lombardia "copia" l'idea lanciata nei giorni scorsi dal parlamentare torinese Giacometto: forme di obbligazioni su base regionale per sostenere interventi a favore del sistema economico. Tensioni nel centrodestra sul rinnovo del vertice di Finpiemonte

Un Piemonte che, nell’emergenza coronavirus, segue la Lombardia. Ma non sempre. Oggi dal Pirellone è arrivato l’annuncio di un piano straordinario di investimenti per i Comuni per 3 miliardi che sarà finanziato con l’emissione di titoli, i Lombard Bond. “Mi auguro che anche la mia Regione – dice il parlamentare di Forza Italia Carlo Giacometto – valuti quanto prima la possibilità di attivarsi nella stessa direzione, facendo dei Piemonte Bond il primo tassello per progettare e finanziare adeguatamente la ripartenza economica”.

Un’idea che proprio Giacometto nei giorni scorsi aveva lanciato con un’intervista allo Spiffero. “Avevo provato a formulare qualche proposta per la ripartenza del Piemonte, anche a seguito del dibattito che si era aperto in merito all’ipotesi di concedere poteri commissariali al presidente Alberto Cirio sui temi economici, in una fase così critica per le nostre imprese”, ricorda il parlamentare. “Tra le proposte, avevo segnalato l’opportunità di immaginare delle forme di obbligazioni su base regionale per poter sostenere gli interventi per l’economia reale e gli investimenti necessari per il nostro territorio, prevedendo una modalità che rendesse vantaggioso, sia per i sottoscrittori, sia per la Regione, l’impiego volontario del risparmio privato. Li avevo definiti Piemonte Bond. “Un’iniziativa davvero molto interessante che ricorda quanto già fatto proprio in Lombardia dopo la crisi economica che seguì gli attentati terroristici alle Torri Gemelle l’11 settembre 2001”, osserva Giacometto il quale sottolinea come “tutto ciò dimostra che le Regioni possono agire in tal senso, con ottime possibilità di successo”. Sollecito spedito verso piazza Castello.

E mentre si aspetta la risposta, l’avvio della Fase 2 in Piemonte coinciderà, settimana più settimana meno, con il rinnovo del vertice di Finpiemonte, la società regionale che dovrà giocare un ruolo fondamentale sul fronte economico e dei finanziamenti. Per la presidenza la Lega, cui spetta in base alla spartingaia tra le forze di maggioranza, ha messo in campo l’ex capo di gabinetto del sindaco di Alessandria e già presidente delle Terme di Acqui Roberto Molina, funzionario di Banco Bpm.

Tutto deciso? Forse no. La stessa riapertura del bando che era stato chiuso lo scorso 25 marzo e che adesso vedrà la scadenza per la presentazione delle domande a mezzogiorno di dopodomani, viene letta da più parti come una risposta a quei mal di pancia segnalati dalle parti di Forza Italia rispetto alla scelta di Molina, molto vicino da anni al segretario regionale Riccardo Molinari. A storcere il naso di fronte alla nomina dell’alessandrino ci sarebbero anche alcuni settori del suo stesso partito, in particolare quel fronte novarese non di rado su posizioni non perfettamente allineate a quelle del capogruppo alla Camera. Non è un mistero che per quella poltrona avrebbero preferito Fabio Ravanelli, attuale presidente regionale di Confindustria e in passato consigliere comunale a Palazzo Cabrino. Altri, la componente più vicina all’eminenza grigia del Carroccio Giancarlo Giorgetti, avevano fatto un pensierino su Paolo Damilano, imprenditore del food and beverage oggi al vertice di Film Commission e nel cda dell’Istituto Luce-Cinecittà. Entrambi però non hanno presentato la domanda, evidentemente dissuasi da una decisione che sembrava irrevocabile. Nei prossimi giorni, scorrendo l’elenco dei candidati, probabilmente si potrà comprendere se a guidare Finpiemonte, da metà maggio quando si ipotizza la nomina, sarà Molina oppure no.