CORONAVIRUS & GIUSTIZIA

"Nessuna copertura giudiziaria all'Unità di Crisi della Regione"

Con una nota congiunta il procuratore generale Saluzzo e il presidente della Corte d’Appello Barelli Innocenti chiariscono il ruolo del magistrato Tatangelo nell'organismo per l'emergenza sanitaria. Il suo contributo non è mai stato "vincolante". Ma permangono molti dubbi

«La formulazione di pareri” da parte del magistrato Marcello Tatangelo nel comitato scientifico dell’Unità di Crisi anti Coronavirus “non ha comportato alcuna ingerenza, e tanto meno “copertura”, nell’attività amministrativa della Regione Piemonte dal punto di vista sanitario». È quanto scrivono in una nota congiunta il procuratore generale Francesco Saluzzo e il presidente della Corte d’appello, Edoardo Barelli Innocenti. Tatangelo, sostituto procuratore generale, era stato designato originariamente “magistrato di collegamento” fra l’Unità di Crisi e tutte le autorità giudiziarie del distretto Piemonte-Valle d’Aosta. In seguito, su richiesta della stessa Unità di Crisi, è entrato a far parte del Comitato tecnico-scientifico per fornire un “contributo giuridico” che, sulla base delle disposizioni della procura generale, non è mai stato “vincolante” o “di stringente indirizzo” per l’autorità amministrativa. La presenza di Tatangelo era stata criticata dal professore associato di diritto costituzionale all’Università di Torino, Francesco Pallante, in un confronto con il sindacato dei camici bianchi Anaao Assomed. La presa di posizione dei vertici del Palazzo di Giustizia ribadisce con forza le buone intenzioni, peraltro mai messe in dubbio da nessuno, sulla presenza del pm Tatangelo ma non fuga del tutto i dubbi né allontana i rischi su eventuali procedure giudiziarie che dovessero coinvolgere i responsabili dell’emergenza: esattamente la situazione delineata con efficacia dal professor Pallante.

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