EMERGENZA SANITARIA

Pochi tamponi impiegati per scovare gli infetti

Troppi test per certificare i guariti, molti quelli andati perduti. La Regione non ha saputo dare indicazioni e così è stato compromesso il tracciamento dei contagiati. Salizzoni chiede "spiegazioni" all'assessore Icardi, alle prese con la grana dei sierologici

“Troppi tamponi per certificare i guariti, troppi andati perduti, pochi quelli effettivi”. È la sintesi, efficace quanto sconcertante, di Mauro Salizzoni (Pd), vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte e chirurgo di fama, su come la Regione ha gestito la somministrazione dei test. Anche quando ha recuperato in ritardo il gap rispetto ad altre regioni, aumentando il numero dei test, la mancanza di un’accorta gestione ha compromesso l’azione diagnostica e, soprattutto, il tracciamento degli infetti, vanificando la possibilità di arginare il contagio. “Che vi siano pazienti sottoposti a numerosi tamponi per accertarne la negativizzazione non mi stupisce e pone interrogativi su come, dall’inizio dell’emergenza, si sia gestito l’impiego dei tamponi nella nostra Regione. Credo che l’assessore alla Sanità Luigi Icardi debba fornire chiarimenti approfonditi ed esaustivi sulle modalità di utilizzo dei tamponi, sul numero (e sulle cause) dei tamponi andati persi, sui tempi di analisi e di refertazione”.

Nella settimana dal 15 al 22 aprile – ricostruisce Salizzoni –, il Piemonte ha effettuato 35.900 tamponi. Di questi, si stima che i tamponi effettivamente refertati per attività di diagnostica, di tracciamento contatti e prevenzione su categorie a rischio (incluse le Rsa) siano stati 22.100 (il 62% del totale), mentre 13.800 (il 38%) sono stati utilizzati per certificare guarigioni o, addirittura, sono andati perduti. Nella settimana successiva, i tamponi effettuati sono aumentati, arrivando a 38.500 unità. Tuttavia, quelli “effettivi” sono diminuiti sia in numero sia in percentuale – vale a dire 20.600 tamponi pari al 53% del totale – e quelli refertati per accertare guarigioni o andati perduti sono arrivati a 18.000 (il 47%).

“I notevoli ritardi nell’analisi dei tamponi e l’elevato numero dei tamponi andati persi rappresentano fatti gravi, che hanno compromesso l’efficacia dell’attività di tracciamento – spiega Salizzoni – eppure solo un tracciamento efficace ci permetterebbe di capire le reali dimensioni del contagio, il numero dei soggetti positivi liberi di muoversi, e ridurre l’ospedalizzazione dei pazienti. Per questo è fondamentale aumentare i tamponi effettivi e ottimizzare l’impiego di quelli disponibili”.

Insomma, per il mago dei trapianti, la ricetta non può che essere “più tamponi, non generalizzati ma selettivi, concentrandoci sulla ricerca dei nuovi contagiati e dei positivi asintomatici, evitando di dare solo priorità alle stesse persone per certificarne la negativizzazione. Inoltre, tamponi specifici ovvero a determinate categorie di lavoratori, quelli maggiormente a contatto con il pubblico”.

Intanto, Icardi, nella veste di coordinatore degli assessori alla Sanità delle Regioni, ha inviato una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, per chiedere che “sia individuata, a livello centrale, una strategia nazionale, attraverso un provvedimento normativo che identifichi modalità operative e le priorità per gestire in maniera integrata gli strumenti di analisi sierologica e molecolare (tamponi)”. Sebbene egli stesso condivida la posizione fin qui tenuta dal Governo secondo cui solo il tampone ha una validità diagnostica, le Regioni fanno presente che il ricorso esponenziale della popolazione ai test sierologici, anche per iniziativa di numerosi sindaci che li stanno promuovendo come strumento di screening epidemiologico di massa, genera incertezza interpretativa e rischia di aumentare a dismisura la richiesta di tamponi, invocati per fare chiarezza sulla diagnosi. In particolare, preoccupa che la richiesta di tamponi in esito positivo al test sierologico di massa “possa impedire di effettuare tempestivamente i tamponi necessari (e la cui effettuazione è obbligatoria per legge) a contrastare l’infezione da coronavirus Covid19”. Un bel problema, come ammette candidamente Icardi:  “È chiara la difficoltà in Italia ad assicurare i tamponi a tutti, nessuna Regione sarebbe al momento in grado di garantire questo esame a chiunque lo richieda come strumento di validazione degli esiti sierologici. Occorre che a livello nazionale sia fatta al più presto chiarezza, stabilendo linee guida che valgano per tutti, in tutte le situazioni”. Quelle che, a partire dai tamponi, sono mancate nel suo Piemonte.

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