POLVERE DI (5) STELLE

"Serve un confronto", Di Battista fa breccia tra gli scontenti M5s

Dal Consiglio regionale alla Sala Rossa di Torino, si moltiplicano gli endorsement per l'ex deputato. Grillo non è più intoccabile. "Dobbiamo capire cosa siamo diventati"

Sembra raccogliere un consenso superiore alle attese la posizione di Alessandro Di Battista che con la sua richiesta di confronto interno al Movimento 5 stelle fa breccia in gran parte degli eletti grillini piemontesi. Neppure la severa reprimenda pronunciata da Beppe Grillo sembra frenare il malcontento né intimorire più di tanto. Il richiamo alle sacre fonti battesimali è più forte persino dei richiami alla fredda logica della realpolitik e alle sue innegabili convenienze pratiche. E così tra venti di secessione la pattuglia di consiglieri comunali e regionali pare propendere per Dibba, il Che Guevara de noantri.

Di Battista, infatti, potrebbe trasformare i tantissimi mugugni che da mesi si sovrappongono in un grido compatto che chiede un congresso chiarificatore sulla direzione intrapresa dal Movimento, la sua “linea politica” per riadattare in tempi di terza repubblica un’espressione in voga negli anni della prima. “Mai mi sarei aspettata di veder liquidare con fastidio chi chiede un confronto nel M5s” ammette Francesca Frediani, consigliera regionale in Piemonte, fino a poco fa capogruppo, volto tra i più riconoscibili del movimento No Tav e tra coloro che da tempo non riesce a celare il suo malcontento per le scelte dell’esecutivo e i compromessi (al ribasso dal suo punto di vista) del nuovo MoVimento di governo. Secondo Frediani “la richiesta di Di Battista è legittima e assolutamente condivisa da gran parte della base (o di quel che ne rimane). Incredibile negare ciò che da sempre fa parte dei nostri principi: confronto e partecipazione”. Dello stesso avviso il collega a Palazzo Lascaris Giorgio Bertola: “È necessario un confronto sui valori, anche io lo dico da tempo e sarebbe dovuto avvenire prima di qualsiasi riorganizzazione interna”. Dalla Tav agli inceneritori (qualche giorno fa Grillo elogiava quello di Copenaghen, che abbia cambiato idea anche su quello?) sono tanti i temi, nel merito, che hanno portato all’allontanamento di tanti attivisti e ai mal di pancia degli eletti (o portavoce) nelle istituzioni. Per loro Di Battista incarna lo spirito originario di una forza politica che ha smarrito la via e per seguirlo sono pronti, per la prima volta, a mettere in discussione anche il loro fondatore. 

Lo dimostrano anche le parole di Damiano Carretto, consigliere comunale a Torino, prima considerato tra i  malpancisti, ma ormai alla soglia dell’ulcera. “Hanno poco senso le prese di posizione di Grillo a difesa di uno status quo che si sta rivelando deleterio per il Movimento 5 stelle. Abbiamo bisogno di discutere, di capire cosa rappresentano ora quelle 5 stelle e di quali sono le priorità e i temi da portare avanti. Il Movimento 5 Stelle è ancora contro il Tav Torino Lione e a favore delle opere realmente utili e sostenibili? È ancora contro gli inceneritori e a favore dell’economia circolare? È ancora contro il carrierismo politico e a favore del ricambio e della democrazia diretta? Uno vale ancora uno?”. Tutte domande che da tempo attendono una risposta. E sono sempre di più a porgerle.

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