REGIONE PIEMONTE

Sfida all'Ok Corral

Si alzano i toni nel Far West di Palazzo Lascaris. Centrodestra sempre più impantanato e impallinato da una pioggia di emendamenti ostruzionistici. Il contingentamento dei tempi andrà al varo della Giunta per il Regolamento. E Chiamparino sfodera l'arma del ricorso

Dopo 48 ore di discussione resta impantanato in aula il collegato alla finanziaria diventato oggetto di una sfida all’ok corral a Palazzo Lascaris, dove la maggioranza rischia di finire schiacciata sotto una valanga di emendamenti ostruzionistici (a oggi sono 5.700 quelli depositati dalle opposizioni, di cui più di 4mila prodotti da Marco Grimaldi di Luv) e prova a uscire dalla palude contingentando i tempi del dibattito. A questo punto pare pressoché impossibile che il provvedimento ottenga il via libera del Consiglio regionale entro domani, come auspicato dal centrodestra, tanto più che sulle questioni procedurali si profila anche uno scontro in punta di diritto sulla legittimità della tagliola.

Ecco cosa prevede l’articolo 69 comma 6 del Regolamento d’aula
“Quando è in discussione la legge finanziaria, il bilancio, il rendiconto, l’assestamento o altro argomento di rilevante importanza, la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari definisce la durata del dibattito e il tempo a disposizione per ogni singolo Gruppo, che può essere utilizzato con uno o più interventi riservando comunque almeno un terzo del tempo complessivo agli interventi delle opposizioni”.

Secondo le minoranze il cosiddetto Omnibus, in discussione nel parlamentino piemontese, non rientra in nessuna delle fattispecie indicate e per rafforzare la posizione Sergio Chiamparino ha annunciato di aver chiesto un parere pro veritate esterno, affidandosi a un professionista, paventando una prosecuzione del dibattito su “altri terreni”. Non si esclude un ricorso al Tar o atti eclatanti volti a stoppare un provvedimento che rappresenta oggettivamente una forzatura politica e regolamentare e che rischia di rappresentare un punto di non ritorno nei rapporti tra centrodestra e opposizioni in una legislatura che dovrebbe tirare avanti altri quattro anni.

Al termine della seduta di oggi i capigruppo si sono accordati per una ulteriore verifica, prevista domani mattina, nella Giunta per il Regolamento, un organismo interno a Palazzo Lascaris, guidato dallo stesso presidente d’aula Stefano Allasia e in cui il centrodestra ha la maggioranza. L’esito di questo ulteriore approfondimento sembra, dunque, scontato. Nel pomeriggio di domani, intanto, è stato fissato un incontro con Alberto Cirio, cui Pd e M5s si sono appellati per chiedere una mediazione, ma difficilmente il governatore andrà oltre qualche rassicurazione di circostanza essendo lui, secondo molti, l’ispiratore di una strategia dello scontro che il capogruppo della Lega Alberto Preioni interpreta pedissequamente e senza troppa fantasia, mentre i suoi colleghi tacciono.

Ma al di là dei cavilli procedurali quel che sta emergendo è l’inconsistenza di una maggioranza che non interviene nel dibattito per rivendicare (o almeno giustificare) scelte dettate in toto dalla giunta, con una Lega in ambasce alla prima vera prova di gestione dell'aula e dei rapporti con l'altra parte politica. Allasia recita il ruolo di presidente alla stregua del passacarte, limitandosi a smistare gli interventi, Preioni è ridotto al rango di macchietta e così tocca all’assessore Maurizio Marrone gestire la furia delle opposizioni che minacciano ostruzionismo a oltranza finché non si troverà una mediazione sulla istituzione della Commissione d’indagine sulla Sanità, richiesta dal Pd, sostenuta da tutto il centrosinistra e dal Movimento 5 stelle e su cui il buon Preioni aveva assicurato il suo via libera prima di rimangiarsi la parola.

Così si è finiti allo scontro, con gli animi che si sono ulteriormente esacerbati dopo che la giunta ha inserito furtivamente (“di notte, come i ladri” ha accusato Grimaldi) nel collegato alla finanziaria pure la norma che di fatto smantella la legge sul gioco d’azzardo, introducendo una sanatoria per tutti quegli esercizi che esistevano da prima dell’entrata in vigore del provvedimento (2016) e che ancora non si sono adeguati. Così nelle ultime 48 ore gli emendamenti ostruzionistici sono passati dai 1.300 iniziali agli attuali 5.700. Un muro che ora il centrodestra dovrà abbattere. Allasia ha provato a porre un argine annunciando il blocco ad altri emendamenti: altra questione che verrà discussa domani mattina.

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