LE REGOLE DEL GIOCO

Piemonte fuorilegge (elettorale)

Mentre in parlamento entra nel vivo la discussione sull'ennesima modifica del sistema di voto, a Palazzo Lascaris tutto è fermo alla precedente legislatura. "La questione non è più eludibile", spiega il deputato di Forza Italia Giacometto che sollecita Cirio e consiglio

Ci saranno anche quattro anni davanti, “ma appena usciti dall’emergenza, il Piemonte dovrebbe incominciare a lavorare alla nuova legge elettorale regionale”. Mentre oggi in commissione Affari Costituzionali della Camera è prevista l’adozione del testo base, uno dei primi passaggi del già tormentato percorso verso il futuro sistema di elezione dei parlamentari, il deputato di Forza Italia Carlo Giacometto prende a spunto l’occasione per accendere i riflettori su una questione posta cinque anni fa come prioritaria nell’agenda di Sergio Chiamparino la cui legislatura si sarebbe conclusa senza poter (o voler) tenere fede alla promessa.

“Allora era solo una scelta politica, oggi come dimostra il cambio della norma cui si sta apprestando la Liguria, dopo che altre Regioni lo hanno già fatto, ci si trova di fronte a un obbligo per garantire la parità di genere – spiega il deputato torinese –. E per non arrivare con il fiato corto a ridosso delle prossime elezioni, se fossi il presidente della Regione o il capogruppo di Forza Italia, passata la fase di emergenza, questo tema lo porrei”.

Via il listino, doppia preferenza di genere, ridisegno dei collegi: tutte cose di cui si era discusso per mesi e mesi durante la scorsa legislatura, arrivando addirittura a quell’iniziativa non troppo ben digerita dalla maggioranza di allora, che aveva visto consigliere regionali e donne con incarichi nei partiti, di maggioranza come si opposizione, perorare con forza una modifica che però non sarebbe arrivata.

Un Pd spiazzato e non meno irritato da quel fuoco amico aveva abbozzato, ma in realtà soprattutto nella sua componente torinese aveva continuato a puntellare un muro che  poi avrebbe tenuto, portando il voto dello scorso anno a celebrarsi senza quelle modifiche che, invece, come ribadisce Giacometto “non potranno essere eluse entro la fine di questa legislatura. Nessuno vuol mettere questo punto davanti a questioni importanti e attuali, ma occorre partire in tempo per non arrivare tardi, questo credo vada fatto”.

Quanto possa annunciarsi difficoltoso il cammino verso un nuovo sistema elettorale regionale non trova solo, a conferma, il precedente dei travagli passati nel centrosinistra, ma anche lo specchio di quanto sta succedendo in Parlamento.

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