(D)ISTRUZIONE

Scuola, un caos da manuale

A meno di tre settimane dalla riapertura tutto è ancora in alto mare. Mascherine in classe, distanziamenti sugli scuolabus, misurazione della temperatura. Scontro tra Governo e Regioni, ma anche gli scienziati sono divisi. Chiorino: "Solo dubbi e rimandi"

Nulla di fatto sul fronte scuola: fumata nera dopo l’ennesimo vertice a meno di tre settimane dal D-day regna il caos più totale tra rimpalli di responsabilità e pareri scientifici che spesso non tengono conto della realtà. «Avrebbe dovuto essere la riunione decisiva, quella in cui il Governo avrebbe dovuto comunicare alle Regioni tutte le direttive ufficiali per la riapertura delle scuole. E invece, anche questa volta, dall’Esecutivo non sono arrivate risposte, ma soltanto altri dubbi e rimandi. E il tempo stringe sempre di più», sintetizza Elena Chiorino, assessore all’Istruzione della Regione Piemonte, espressione di Fratelli d’Italia, particolarmente a suo agio nel fare il controcanto al governo giallorosso. «Il fatto che più inquieta – attacca – è che, dalle parti di Palazzo Chigi, pare che davvero regni ancora la confusione più totale. A partire dal riparto dei docenti e del personale, passando per i banchi, diventati ormai il tormentone di questa estate, fino alle criticità del trasporto scolastico».

E sul nodo trasporti le posizioni paiono ancora molto lontane. Il punto principale sollevato dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini è che se si mantiene il limite del 50% della capienza sui mezzi pubblici migliaia di ragazzi rischiano di restare a terra. Secondo l’assessore Chiorino, «si è giunti al paradosso. La proposta avanzata dal ministro dei Trasporti ha il sapore della “mossa della disperazione”: abbiamo il problema di garantire il distanziamento sugli scuolabus? Semplice, aggiriamolo estendendo agli studenti la definizione di “congiunti” e così tiriamo una riga sull'inconveniente». Per l’esponente della giunta guidata da Alberto Cirio «la politica del governo, oltre a confermare la più totale inadeguatezza e approssimazione, rappresenta una mancanza di rispetto verso tutti: dalle istituzioni agli studenti, dalle famiglie a tutto il personale scolastico, fino ai sindaci, in prima linea per provare a mettere una pezza alle lacune romane. Sono ormai trascorsi troppi mesi – prosegue Chiorino – per poter giustificare una tale mancanza di progettualità, considerando che la scuola dovrebbe essere al primo posto dell’agenda del governo. E invece si continua a brancolare nel buio, con linee guida confuse e non praticabili come quelle relative alle misure in caso di contagi sospetti».

Nel corso dell’incontro i governatori hanno sottoposto all’Esecutivo una serie di misure, a partire dal sistema di filtraggio dell’aria, che a loro modo di vedere consentirebbe di derogare in tutto o in parte al distanziamento, come già avviene per esempio sui voli aerei. Da quanto si è appreso, la ministra Paola De Micheli sarebbe disponibile ad accogliere le richieste di deroghe, mentre il ministro Roberto Speranza ha richiamato tutti alle indicazioni del Cts sul distanziamento di un metro anche sui mezzi pubblici. Tra le possibili misure alternative al distanziamento proposte dalla titolare dei Trasporti anche l’adozione di “separatori morbidi” a bordo dei mezzi pubblici: non delle barriere di plexiglas, dunque, come era già stato proposto da alcuni, ma semmai dei divisori di stoffa.

«Il Governo si è preso qualche altro giorno, perché noi abbiamo descritto oggi, come Regioni, tutti insieme, che con le misure attuali proposte si farebbe molta fatica, anzi, sarebbe impossibile garantire il trasporto per tutti quelli che lo chiedono – ha detto al termine dell’incontro Bonaccini –. È stata su questo secondo punto una riunione interlocutoria, ma è evidente che nel giro di pochi giorni arriveremo ad una decisione definitiva, anche perché tra 18 giorni inizia la scuola nella gran parte delle regioni italiane».

Altro scontro è su mascherine a lezione e misurazione della febbre a casa: le Regioni non sono tutte allineate. Il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha annunciato termoscanner agli ingressi degli istituti mentre Giovanni Toti, governatore della Liguria ha ribadito la contrarietà all’uso della mascherina in classe. È una posizione «ampiamente condivisa dalle regioni – ha detto –. Così ho sentito esprimersi tanti governatori, mi sembra poco proponibile tenere i bambini seduti con una mascherina per molte ore».  Non ci sono ancora dati scientifici sufficientemente solidi che diano indicazioni chiare e univoche sull’impiego delle mascherine a scuola: è quanto sottolineano gli esperti di igiene e prevenzione, che divisi tra possibilisti e prudenti, propongono strategie diverse ma sempre improntate alla cautela e al buon senso.

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