WELFARE & SANITA'

Ricoveri a rischio nelle Rsa

Il Covid ha aumentato le spese di gestione, ma le rette pagate dalla Regione sono ferme al 2013. A fine anno molte strutture potrebbero essere costrette a chiudere. Colaci (Confapi Sanità): "Subito un aiuto di 30 milioni per evitare il collasso"

“Entro fine anno molte Rsa potrebbero trovarsi nella condizione di non poter più ospitare chi fino ad oggi ha trovato in queste strutture assistenza adeguata”. Lo scenario che potrebbe rivelarsi drammatico per molti ospiti delle strutture e per le loro famiglie, prefigurato da Michele Colaci vicepresidente di Confapi Sanità, riconferma come la questione delle residenze per anziani e disabili rimanga una delle principali emergenze in Piemonte.

Duramente colpite dal Covid e costrette a pesanti cambiamenti per garantire la maggior sicurezza possibile contro quei contagi che in primavera hanno provocato un numero enorme di decessi al loro interno, le Rsa rischiano in molti casi un vero e proprio collasso finanziario. “Per continuare a fornire il proprio contributo nell’ambito dell’assistenza socio-sanitaria, è importante che le strutture ricevano un’attenzione particolare dalle istituzioni e in particolare risorse aggiuntive per fare fronte ad impegni economici supplementari di questi ultimi mesi”, spiega Colaci che non nega come l’attuale sia “una situazione molto critica”.

È, dunque, un appello accorato ma altrettanto deciso quello che Confapi Sanità rivolge alla Regione e non certo per la prima volta. “In diverse occasioni abbiamo rappresentato come l’emergenza pandemica abbia comportato per le Rsa grandi sforzi organizzativi ma anche maggiori spese, non poche delle quali non preventivate. In più si aggiunge la conseguenza, sempre sotto il profilo economico, del blocco degli accessi a nuovi ospiti, che in molti casi di fatto persiste a causa di enormi difficoltà procedurali”. Ma è sulle tariffe, ovvero il denaro che le strutture ricevono dal pubblico per gli ospiti in convenzione, che Colaci richiede un intervento rapido della Regione. “Le tariffe non sono aggiornate dal 2013 e a fronte dei maggiori impegni richiesti e degli sforzi che da mesi le Rsa stanno facendo non è più sopportabile una mancanza di adeguamento”.

L’esponente di una delle sigle che rappresentano i gestori delle strutture sintetizza in tre le principali richieste indirizzate, per competenza, all’assessore alla Sanità Luigi Icardi e al Welfare Chiara Caucino. “Oltre che provvedere alla revisione delle tariffe, occorre che si disponga l’erogazione di un rimborso, preventivato in 30 milioni, per fare fronte ai maggiori costi per i nuovi adempimenti sostenuti nel corso dell’emergenza Covid-19 fino ad agosto e poi – spiega Colaci - è doveroso che la Regione venga incontro alle necessità delle famiglie non gravandole con costi ulteriori. Per questo motivo serve una revisione straordinaria al rialzo dei Lea in modo tale da abbattere gli oneri a carico dei cittadini”.

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