VERSO IL 2021

Jahier: "Non temo le primarie"

L'ex presidente del Cese conferma la sua disponibilità a correre nelle consultazioni del centrosinistra. Per ora restano in lizza Lavolta e Boni. Occhi puntati su Lo Russo che potrebbe annunciare nei prossimi giorni la discesa in campo. Saracco acquattato

“La mia disponibilità a confrontarmi nell’ambito di primarie per la scelta del candidato a sindaco di Torino rimane”. Nessun passo indietro da parte di Luca Jahier, ex presidente del Comitato economico e sociale europeo (Cese), dopo che il Pd ieri sera ha approvato il nuovo regolamento per le consultazioni di coalizione in vista delle amministrative del 2021. Il suo nome era emerso a luglio quando stava per scadere il suo mandato nell’organismo consultivo di Bruxelles e ora che si stanno delineando le regole del gioco non ha nessuna intenzione di farsi da parte, anzi.

Ieri la direzione regionale ha stabilito che per candidarsi gli esponenti del Pd devono ottenere le sottoscrizioni di almeno il 35 per cento dei componenti dell’Assemblea del relativo ambito territoriale, del 30 per cento degli iscritti oppure dell’1 per cento degli elettori, che per Torino significa circa 7mila firme. Non è il caso di Jahier che non risulta iscritto al partito e che quindi entrerà in eventuali primarie da “civico” secondo le regole che verranno stabilite dalla Federazione di Torino in seguito a un confronto con le altre forze della coalizione. Domani la segreteria provinciale si riunirà per recepire quanto approvato dalla direzione regionale, successivamente il segretario Mimmo Carretta convocherà il tavolo di coalizione con tutti gli alleati.

Al momento hanno manifestato l’intenzione di candidarsi il vicepresidente della Sala Rossa Enzo Lavolta, intenzionato a cercare tra gli elettori le sottoscrizioni necessarie, e l’ex assessore regionale Gianna Pentenero che punta a ritagliarsi uno spazio se non altro in nome della rappresentanza di genere. Lavora nelle retrovie del partito moltiplicando gli incontri con i vari livelli della città il capogruppo in Consiglio comunale, Stefano Lo Russo. Se da una parte il deputato Stefano Lepri, leader dell’ala cattolica del Pd piemontese, ha in qualche modo ufficializzato il suo sostegno a Jahier, resta da capire come si schiererà il senatore Mauro Laus, il quale continua a lasciar intendere di essere pronto a una discesa in campo in prima persona per alzare la posta nelle trattative. Il senatore, nel siglare al tavolo del Vintage il “patto del carciofo” con Sergio Chiamparino, ha voluto affermare il proprio peso nel determinare il percorso (ovvero le primarie) nella scelta del candidato sindaco. Non è un caso che l’ex governatore abbia sottolineato come, ora, spetti al “compagno senatore togliere le spine”. Il resto è tattica mista a un po' di fuffa. E l’altro ex ragazzo di via Chiesa della Salute, Piero Fassino, che farà? Al momento sonda le varie opzioni, fa molte telefonate, combina appuntamenti per Jahier ma si lascia le mani libere: la sensazione è che metterà il cappello sul prescelto, un attimo prima della designazione ufficiale.

Ai nastri di partenza anche il presidente dei Radicali italiani Igor Boni, tra i primi a comunicare il suo passo avanti prima ancora della pausa estiva. E poi, naturalmente, c'è il rettore del Politecnico Guido Saracco che al momento resta acquattato in attesa deche il quadro locale, ma soprattutto quello nazionale, si chiarisca. Non mancano i big che da settimane stanno lavorando per preparargli il terreno, ma inizia a registrare anche resistenze dentro e fuori il partito.

Conclude Jahier: “Ho sempre sostenuto che le primarie possono rappresentare lo strumento per consolidare una proposta politica e ben venga la presenza di più candidati nell’ottica di aumentare la partecipazione e l’entusiasmo”.

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