OPERE & OMISSIONI

"Recovery fund per la Metro 2", ma non c'è ancora il progetto

Appendino vuole i soldi dell'Europa per realizzare la seconda linea della metropolitana. Il problema è che l'affidamento della progettazione definitiva è ancora fermo e prima di quattro anni non partiranno i lavori. Quindi di che parliamo?

I fondi del Recovery Plan per la Metro 2. Chiara Appendino ce l’ha in testa da tempo e sarebbe anche il modo per riuscire a realizzare questa grande infrastruttura interamente con soldi pubblici così come vorrebbe la sua maggioranza. Il premier Giuseppe Conte ha messo sul tavolo 842 milioni per la prima tratta da Rebaudengo al Politecnico poco più della metà del costo totale, calcolato in 1,4 miliardi di euro. “Chiederemo un’aggiunta” assicura la sindaca secondo la quale la seconda linea di metropolitana può finire tra i progetti da finanziare con il Recovery Fund.

Certo, se riuscisse a strappare ancora altre risorse al governo centrale, Appendino avrebbe ottime ragioni per esultare: sarebbe in grado di realizzare almeno la prima parte di un’opera mastodontica senza tirare fuori un quattrino a differenza di chi, vent’anni fa, per la prima linea dovette garantire un cofinanziamento che ancora pesa sulle tasche dei torinesi. Ma il vero problema è che a distanza di quattro anni e mezzo dal suo insediamento, l’amministrazione pentastellata è riuscita solo ad approvare un progetto preliminare e soprattutto ancora non ha chiarito come intenda procedere all’affidamento di quello definitivo ed esecutivo. Insomma, siamo al pian dei babi, al punto che non più di un mese fa l’assessore ai Trasporti e Viabilità Maria Lapietra dovette ammettere che nella migliore delle ipotesi i lavori potrebbero iniziare tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.

Da allora la sindaca è rimasta impantanata sull’affidamento del progetto definitivo: lei vorrebbe darlo alla controllata Infra.To senza passare da una gara pubblica, l’opposizione ha già bocciato questa ipotesi e la maggioranza, che pure nutre più di una perplessità, non ha nessuna intenzione di dare il suo via libera in Sala Rossa attraverso una votazione. I dubbi sulla legittimità di un affidamento diretto per un appalto da decine di milioni di euro sono tanti e nessuno vuole prendersene la responsabilità. Dunque tutto è fermo da febbraio, quando la giunta approvò il progetto preliminare (sono passati sette mesi) e sembra difficile, procedendo di questo passo, riuscire a ottenere altri soldi da Roma, fermo restando che la priorità per i contributi viene data alle opere immediatamente cantierabili: come si possono stanziare risorse ingenti per una linea di metropolitana di cui non si sa ancora il costo definitivo, la tecnologia con cui verrà realizzata e i cui lavori, nella migliore delle ipotesi, non partiranno prima di quattro anni?

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