TORINO 2021

Avanti con le primarie (per ora)

La coalizione di centrosinistra dice sì alle consultazioni interne per Torino 2021. Al momento l'unica voce dissonante è quella di Grimaldi (Leu), ma crescono i dubbi anche in altri alleati. Gazebo tra il 15 dicembre e 15 gennaio. "Nessuna alleanza con il M5s"

Primarie sì, almeno per ora. E non senza qualche distinguo. Le consultazioni di coalizione piacciono a Europa Verde, Radicali, una parte dei civici, Azione, Italia Viva, Più Europa e una serie di altre formazioni del centrosinistra presenti tra le sigle presenti ieri sera alla Fondazione Amendola per iniziare con il Pd il cammino verso le amministrative di Torino del 2021. Gli unici a marcare in modo piuttosto netto la loro contrarietà sono stati i rappresentanti di Leu e Articolo Uno, preceduti da una intervista sullo Spiffero del capogruppo a Montecitorio Federico Fornaro. L’unanimità si registra solo sulla bocciatura senza appello di eventuali primarie on line, prospettate prima da Enzo Lavolta e poi rilanciate dal segretario regionale del Pd Paolo Furia.

Basta osservare i volti presenti in sala – seppur rigorosamente coperti da mascherina – per capire quanto l’intesa sia ancora piuttosto fragile. Il polo civico, quello che a detta di alcuni suoi esponenti dovrebbe raggiungere la doppia cifra alle elezioni, era rappresentato da Federico De Giuli, Francesco Tresso (a sua volta marcato a uomo da Mario Giaccone, con cui i rapporti si sono più che raffreddati), Gianguido Passoni.

Tra le nove e mezzanotte prendono la parola quasi tutti. Molto atteso era l’intervento di Marco Grimaldi, capogruppo a Palazzo Lascaris di Luv (Liberi uguali verdi, declinazione in salsa piemontese di Leu): si limiterà a manifestare le proprie perplessità o arriverà a porre un veto? Ci si chiedeva poche ore prima della riunione. Alla fine ha scelto una posizione soft, pur rimarcando il pericolo di “bruciare i candidati civici”. L’ex vendoliano non nasconde la sua preferenza verso il rettore del Politecnico Guido Saracco, per il quale, però “bisogna anche creare le condizioni giuste”. E una conta all’ultima preferenza potrebbe non essere il terreno più agevole per il Magnifico di corso Duca degli Abruzzi. Anche i rappresentanti di Articolo Uno tengono il punto, ma restano isolati e così il temuto affondo non arriva.

In molti battono sui rischi (concreti) relativi al Covid, tutti dicono no a un’alleanza con i Cinquestelle, almeno al primo turno. Prospettiva che Furia esclude senza esitazioni. Per un eventuale ballottaggio, però, sarebbe utile un candidato “in grado di raccogliere consensi anche oltre i confini della coalizione; non nell’establishment del M5s, ma tra i suoi elettori sì” è il ragionamento di Matteo Cantamessa (Art.1) che porta dritto, neanche a dirlo, a Saracco. Assenti tutti i candidati in pectore, compresi i tre del Pd: Stefano Lo Russo, Gianna Pentenero e Lavolta.

Tra gli altri sono intervenuti anche Silvio Viale (Radicali), Carlotta Salerno (Moderati), Alberto Nigra (Più Europa), Claudio Lubatti (Azione), Tiziana Mossa (Europa Verde), Fausto Sorino (Demos). La sintesi arriva dal renziano Davide Ricca: “Questa sera abbiamo deciso che le primarie si faranno e mi pare che tutte le forze di coalizione abbiano escluso un’alleanza con i Cinquestelle”. Nella sua chiusura, il segretario della Federazione del Pd di Torino Mimmo Carretta indica la finestra per i gazebo tra il 15 dicembre e il 15 gennaio; entro la prossima settimana sottoporrà a tutti una bozza di regolamento. Si parte da qui, dove si arriverà è tutt’altro che scontato.

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