REGIONE

Icardi novello sposo, ma con Cirio si avvicina il divorzio

Il viaggio di nozze in piena emergenza Covid ha messo tutti d'accordo nel chiedere la testa dell'assessore alla Sanità: governatore, colleghi di giunta e compagni di partito. Ipotesi: ridistribuzione delle deleghe o sostituzione con l'ingresso di Lanzo

Un governatore su tutte le furie. Nel palazzo di piazza Castello non ricordano di aver mai visto Alberto Cirio come l’hanno visto ieri, prima e dopo l’incontro con i direttori generali delle aziende sanitarie. A far andar fuori dalla grazia di Dio il solitamente pacato presidente della Regione è stata l’assenza dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi, ancora in viaggio di nozze. Un’assenza che potrebbe portare il novello sposo al divorzio dalla giunta.

Il susseguirsi, in giornata, di colloqui da parte del presidente con vari esponenti delle Lega e pare anche una telefonata con il segretario regionale Riccardo Molinari, sembra accreditare l’ipotesi di un imminente cambio al vertice dell’assessorato di corso Regina Margherita. Tutto fa dire che mai come in queste ore si è stati vicini alla decisione che, non è un mistero, Cirio aveva già in animo mesi addietro in piena emergenza Coronavirus. Perché pur incomprensibile e difficilmente accettabile, in questo periodo di massimo allarme, la lontananza dell’assessore dalla plancia di comando della sanità piemontese non è, ovviamente, il solo elemento a indurre il governatore a ragionare già in queste ore sul possibile sostituto.

Tra quest’ultimo e il presidente il feeling non è mai scattato, nel corso della gestione dell’emergenza, la primavera scorsa più di una occasione si era andati vicino alla rottura irreparabile, evitata forse proprio per la delicatezza e la gravità della situazione. Erano i giorni in cui Cirio non faceva mistero di volere alla guida della sanità l’ex ministro Ferruccio Fazio, chiamato a dirigere una delle task force, ma bloccato in un suo possibile ingresso in giunta dal limite di tre assessori esterni imposto dallo statuto, che non a caso il governatore vuole modificare in fretta. Ma, ora, ancor più in fretta sembra deciso a dare lo sfratto all’inquilino di corso Regina. A fargli cambiare idea non è stato certo solo il summit con i vertici delle aziende sanitarie. L’aver scoperto magagne che non conosceva, come ha riferito ai suoi, se possibile lo ha ancora più irritato. E preoccupato è uscito dalla riunione dove non è certo stato colpito in maniera positiva dalla gran parte dei direttori generali e dal modo con cui ha compreso come la rete sanitaria stia affrontando la seconda ondata della pandemia.

Proprio la previsione di quello che sarebbe potuto accadere e che sta puntualmente accadendo a fronte di falle non riparate, pur avendo mesi di tempo e risorse a disposizione, porta gli stessi esponenti della maggioranza a dire che stavolta non ci possono essere scusanti come quando la pandemia ha colto tutti di sorpresa e impreparati. Nel partito dell’assessore il suo comportamento viene giudicato severamente. Forse, qualcosa succederà davvero. E come sempre accade in queste occasioni, tra ambizioni e preoccupazioni il confine è labile e indefinito.

Nella testa di Cirio frullano diverse ipotesi. Dalla soluzione soft di una ridistribuzione delle deleghe, assegnando ulteriori responsabilità a Matteo Marnati, l’assessore che già sovrintende ai laboratori Covid, a quella di un ingresso in giunta di Riccardo Lanzo, novarese come Marnati e attualmente presidente della commissione per l’Autonomia. Un cambio di poltrona nell’ambito dell’esecutivo per Icardi o il prosieguo per lui della legislatura in Consiglio regionale? Un incarico “tampone” nell’attesa che con la modifica dello statuto si possa avviare un rimpasto più corposo? Chissà. Una cosa è certa, quando sarà possibile il rimescolamento interno alla squadra di governo interesserà anche altri ambiti, al punto che qualcuno ipotizza il passaggio delle deleghe della Sanità a Forza Italia (con Fazio) e quella delle Attività produttive alla Lega.

Se il governatore è realmente deciso al cambio al vertice della Sanità, questo non potrà (e dovrà) che avvenire in tempi brevi, vista la situazione che si aggrava di giorno in giorno sul fronte del Covid. Di tutto c’è bisogno fuorché di instabilità e mancanza di dialogo e fiducia nella catena di comando. In primavera, poi, ci saranno le nomine dei nuovi direttori generali delle Asl e delle Aso. Da quelli attuali, salvo rare eccezioni, Cirio non ha ricavato un’opinione lusinghiera nell’incontro di ieri al quale si aspettava di avere al suo fianco l’assessore. Ma Icardi era ancora in luna di miele. Quella con Cirio, semmai c’è stata, è finita.