EMERGENZA SOCIALE

Dpcm e chiusure, dilaga  la protesta

A poche ore dal coprifuoco i commercianti torinesi affiggono cartelli per contestare la riduzione dell'orario: "Così ci fanno chiudere". Anche i tassisti scendono in piazza: "Abbiamo sempre garantito il servizio per noi solo briciole". Timori per le manifestazioni di questa sera

“Alle 18 siamo costretti a chiudere, ma avere un futuro è un nostro diritto”. È questo il messaggio del manifesto che anche a Torino migliaia di bar, ristoranti, pub e altre imprese della somministrazione aderenti a Fiepet, la federazione dei pubblici di Confesercenti, affiggeranno da oggi sulle proprie vetrine per protestare contro le restrizioni introdotte dal Dpcm. “Il provvedimento, di fatto, mette in stato di lockdown la somministrazione. Chiudere alle 18, significa rendere impossibile o quasi il proseguimento dell’attività. Bisogna intervenire subito o le imprese non resisteranno”, commenta Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino e presidente nazionale di Fiepet-Confesercenti. “Il governo – dice – deve agire: servono ristori adeguati, soluzioni per gli affitti e per il credito, meno burocrazia. E, soprattutto, è necessario che i sostegni del Decreto Ristori arrivino fin da subito. Non c’è più tempo da perdere: bar, ristoranti e pub sono già ai limiti dopo un anno disastroso, lo stop decretato dal Dpcm rischia di far saltare migliaia di attività e di posti di lavoro”.

La protesta si allarga e dopo i gestori delle palestre che hanno inscenato un sit-in davanti alla Prefettura, anche i tassisti hanno questa mattina hanno fatto sentire la loro voce durante un presidio a Torino sotto la sede della Regione Piemonte, dopo aver sfilato con le loro auto per le vie del centro cittadino. “Ci siamo sempre stati, abbiamo garantito un servizio 24 ore su 24 mettendo a rischio la nostra salute e quella delle nostre famiglie. Le briciole stanziate per questo settore non sono bastate neanche per pagare quelle tasse mai sospese o abbuonate”, si legge in un volantino distribuito a Torino. “Piuttosto che coinvolgerci nel trasporto degli studenti si preferisce ammassarli nei bus, metro e treni come carri bestiame violando spudoratamente le regole sul distanziamento sociale e mettendo a rischio la salute dei nostri ragazzi. Nel Dpcm di agosto sono stati approvati 35 milioni destinati ai buoni taxi per le famiglie meno abbienti. Dove sono finiti?”, si chiedono i taxisti torinesi.

Sulla scia di Napoli e di altre città, anche a Torino si annunciano due manifestazioni poco prima del coprifuoco: una in piazza Vittorio, indetta alle 21, l’altra annunciata mezz’ora prima in piazza Castello. Entrambe le iniziative sono sotto i riflettori delle forze dell’'ordine per il timore che frange antagoniste di opposti schieramenti possano alimentare e far degenerare la protesta provocando scontri e incidenti.

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