EMERGENZA SANITARIA

"La Regione è allo sbando", rivolta di medici e infermieri

Fronte unito di tutto il personale sanitario contro la direttiva che consente di utilizzare "figure di supporto" in corsia. Per l'Ordine è una decisione "che dà l’idea del punto di confusione a cui è giunto l'assessorato alla Sanità". Anaao: "Incapacità organizzativa"

Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno. “Siamo sicuri che chi governa la nostra salute, oggi come ieri, sia in grado di farlo?”. Un versetto del Vangelo e una domanda inquietante. Così l’Ordine dei medici di Torino commenta, allarmato, la decisione della Regione di utilizzare i medici al posto degli infermieri. Decisione che suscita la durissima reazione anche dei sindacati, a partire da quello dei medici ospedalieri Anaao-Assomed e dalla rappresentanza degli infermieri Nursing Up.

“La lettera della Direzione Sanità e Welfare della Regione, che invita le aziende sanitarie regionali ad assumere, in mancanza di infermieri, medici cui far svolgere attività infermieristiche, dà l’idea del punto di confusione a cui è giunto l’assessorato alla Sanità”, scrive l’Ordine dei medici. “Dopodomani iscriveremo d’urgenza 50 nuovi medici appena abilitati, pronti a scendere in campo a fianco dei colleghi che, esausti, continuano a fronteggiare l’epidemia in tutte le maniere possibili. Durante questa emergenza, tutti i medici, anche se specializzati in discipline non strettamente attinenti, si sono resi disponibili a gestire i malati Covid. Ma quando si attiveranno i letti a Torino Esposizioni, dove si troveranno i medici se saranno stati assunti come infermieri? Ci sono pazienti con interventi e controlli rimandati, stiamo chiudendo i servizi non urgenti alla popolazione per mancanza di medici. E adesso vogliamo che i medici facciano gli infermieri?”.

QUI la direttiva del Dirmei

L’ordine presieduto da Guido Giustetto scrive inoltre che “non serve ora chiederci se, nei mesi estivi, sia stato fatto tutto quello che si raccomandava di fare per essere preparati alla seconda ondata in termini di tracciamento dei contatti, isolamento, assistenza territoriale, posti letto ospedalieri, personale e se si siano messe in pratica le possibilità che, su quest’ultimo punto, ha offerto il Decreto Rilancio dello scorso maggio” e sottolinea come “prendere decisioni improvvisate, non condivise è segno di attivismo vano, inconcludente e pericoloso”. Nella nota si ricorda come “il Codice Penale punisce l’esercizio abusivo di professione per chi la eserciti senza averne l’abilitazione ed essere iscritto al relativo albo. Questo sarebbe il caso del medico che sia messo a fare l’infermiere. E gli infermieri hanno una professione ben definita nelle sue competenze, autonoma, indipendente, di cui sono fieri e responsabili. Non sono dei piccoli medici”. Accuse, ma anche domande da parte dell’Ordine: “Visto che una buona parte del tempo di lavoro di infermieri e medici va in pratiche amministrative, si è pensato di dotare reparti, pronto soccorso, ambulatori, studi medici di questo personale, più facile da ingaggiare?”.

Stessi toni duri e stesse accuse arrivano dall’Anaao-Assomed. “Chiediamo allora ai pazienti, cui sono state rimandate visite, esami e interventi se sono d'accordo che i medici ospedalieri che avrebbero dovuto curarli, ora vengano utilizzati per mansioni che non gli competono, invece che proseguire a fare il loro lavoro. Un’organizzazione efficiente utilizza al meglio le professionalità, non le demansiona certamente. Si sta cercando di tappare malamente – dice Chiara Rivetti segretaria regionale del sindaco dei medici ospedalieri – l'incapacità di previsione e organizzativa dei mesi scorsi, e degli anni scorsi, a discapito della professionalità di tutti e della ottimale cura dei pazienti”. E mentre si attendono preziosi, ma non risolutivi rinforzi dall’estero, il presidente della commissione Sanità del consiglio regionale, il leghista Alessandro Stecco evoca le Ong. Non per attaccarle sul fronte dei migranti, come accade da tempo ad opera del suo partito, ma per chiedere loro aiuto.

Chiosa amara del Nursing Up che per bocca del segretario Claudio Delli Carri chiede l’immediato ritiro della direttiva: “Se non fosse un triste e disastroso novembre, in cui la lotta al coronavirus si fa sempre più ardua, penseremmo ad un pesce d’aprile. Si tratta, invece, della realtà messa nero su bianco che certifica una gestione della sanità da parte della Regione Piemonte allo sbando, senza alcuna logica, che non solo non sta risolvendo alcun problema, ma anzi, con queste decisioni astruse ed estemporanee, ne crea di nuovi e peggiori”.

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