POLVERE DI (5) STELLE

Stati Generali senza Appendino

La prima cittadina auto-sospesa dopo la condanna sul caso Ream non parteciperà al congresso del M5s in programma nel week end. Ventuno i delegati piemontesi. Un solo fedelissimo di Di Battista. E Sganga cerca il viatico alla candidatura a sindaco di Torino

Più di trecento delegati, 305 a essere precisi, provenienti da tutta Italia parteciperanno agli Stati Generali virtuali del Movimento 5 stelle attesi nel week end. Una via di mezzo tra congresso e resa dei conti con la componente legata ad Alessandro Di Battista pronta a dare battaglia su temi cruciali come il vincolo dei due mandati e la possibilità di siglare alleanze con altri partiti alle elezioni. A partire dalle prossime amministrative del 2021. Unica assente Chiara Appendino, auto-sospesa dal M5s dopo la condanna in primo grado sul "caso Ream". Proprio colei che in molti continuano a vedere come uno dei possibili futuri leader del Movimento.

Sono 21 i piemontesi che parteciperanno alla due giorni: sette eletti su Rousseau tra i militanti, cinque tra i parlamentari europei, nazionali e consiglieri regionali e infine nove tra gli eletti nei vari consigli comunali e di circoscrizione. Tra i big spicca l’ex ministro Alberto Bonisoli, lombardo di nascita ma novarese di adozione (vive a Castelletto Ticino), che dopo l’esperienza al dicastero della Cultura durante il governo giallo-verde si è riciclato grazie ai buoni uffici di un altro ministro grillino, Fabiana Dadone, al vertice di Formez, società in house sotto la Presidenza del Consiglio, su cui esercita un controllo il ministero per la Pubblica amministrazione, appunto. La stessa agenzia in cui l’ex consigliere regionale pentastellato Willem Campo (cuneese proprio come la ministra) è stato nominato direttore generale (LEGGI).

Tornando agli Stati generali tra i delegati in quota “iscritti non portavoce” figurano anche l’ex sindaco di Venaria Roberto Falcone, dimissionato dalla sua stessa maggioranza che ha messo il Comune nelle mani di un commissario fino alle elezioni di settembre scorso, Francesco Lauria – già candidato senza successo alle scorse regionali – il canavesano Matteo Locatelli, lo staffista storico di Palazzo Lascaris Marco Nunnari, il torinese Mirco Repetto e infine Luca Zacchero di Novara che sfidò Giorgio Bertola per la candidatura a governatore del Piemonte due anni orsono. A proposito di Bertola, anche lui è tra i partecipanti nella categoria “portavoce europei nazionali e regionali” assieme all’eurodeputata Tiziana Beghin, ai parlamentari Celeste D’Arrando ed Elisa Pirro e al collega Ivano Martinetti. A quanto risulta Bertola potrebbe essere l’unico legato formalmente a Di Battista tra tutti i delegati piemontesi. Tra i “portavoce comunali e municipali” figurano infine la valsusina Tatjana Callegari, consigliera ad Avigliana, Michelangelo Catricalà, eletto a Vercelli, Massimo Cerruti (Asti), Cinzia Tortola (Borgaro), Pasquale Frisina (Circoscrizione 5 di Torino), Mario Iacopino (Novara), Michelangelo Serra (Alessandria), Franco Silvestro (Ciriè) e infine, last but not least la capogruppo pentastellata a Torino, Valentina Sganga, secondo qualcuno prossima candidata a sindaca del capoluogo.  A loro si aggiungono due facilitatori, Davide Bono e il capogruppo in Regione Sean Sacco.

Scartati, tra i tanti militanti (oltre 60) che avevano proposto la loro candidatura, il dirigente di Gtt Paolo D’Angelo, l’ideatore del fortunato portale internet Bojafauss, attivo fino al 2015, Fabio Martina, la moncalierese Rita Longhin, il fedelissimo del viceministro Laura Castelli, Domenico Monardo, e molti altri.

Molti dei big nazionali figurano in un altro elenco, quello degli oltre mille candidati tra i quali verranno eletti i 30 oratori che avranno diritto di parola durante il dibattito pubblico che seguirà i "tavoli di lavoro tematici relativi alle tre macro aree su cui hanno lavorato i gruppi territoriali: temi e agenda politica per il Paese, organizzazione e struttura, principi e regole" si legge sul Blog delle stelle. Insomma, un po' di fuffa per tenere impegnata la base mentre i maggiorenti cercano una soluzione di compromesso per evitare la spaccatura definitiva tra il gruppo di Di Battista e quello legato a Luigi Di Maio e Vito Crimi. Tra le questioni da discutere quella della struttura partito – tra ruoli apicali e cabine di regia – il ruolo della piattaforma Rousseau e una serie di questioni rimaste irrisolte nella difficile transizione da forza di fiera opposizione a partito di governo. Un percorso che in questi anni ha portato il partito a perdere voti e militanti. 

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