EMERGENZA SOCIALE

"Siamo allo stremo, lasciateci lavorare"

Mille tra partite Iva, ambulanti e padroncini in piazza a Torino per manifestare la loro disperazione: "Non possiamo stare fermi, senza provvedimenti seri non riusciremo più a mandare avanti le nostre famiglie". Chiesti due "anni bianchi" senza tasse - FOTO e VIDEO

“Se uccidi le imprese uccidi il Paese”. È lo slogan con il quale oggi a Torino sono scese in piazza le associazioni che rappresentano le partite Iva, i lavoratori autonomi, i noleggiatori di auto con conducente, gli esercenti dello spettacolo e del turismo, i mercatali, gli ambulanti e altre categorie colpite dagli effetti dell'ultimo Dpcm del Governo che ha imposto di limitare o chiudere le attività per contenere la diffusione del Covid. La manifestazione che ha visto un migliaio persone riunite in piazza Castello, sotto la sede della Regione Piemonte, è cominciata sulle note dell’Inno d'Italia e con un minuto di silenzio per le vittime del Covid. In particolare, le richieste avanzate, due anni bianchi, cioè senza tassazione, riforma fiscale e alleggerimento della burocrazia, riapertura il prima possibile di tutte le attività produttive. Dodici le sigle presenti in piazza Fipi (Futuro italiano partite Iva), Ncc (Noleggio con conducente), Afi (Associazione Fieristi Italiana), Goia (Gruppo organizzato indipendente Autonomi), Aapicast (Artisti, Artigiani, Piccoli Imprenditori, Commercianti, Ambulanti, Simpatizzanti Torino), Ambulanti Settimo, Associazione San Mauro Centro, Fri (Associazione civica diretta da avvocati, medici, scienziati, imprenditori, professionisti, artisti), Vrpi (Vera Rivolta Partite Iva, Gruppo “Tutti in piazza. Torino C’è, Ubat (Unione Battitori Ambulanti Torinesi). In piazza tra gli altri, anche le mascherine tricolore e militanti di Forza Nuova, che su Facebook scrivono: “Roma e Torino uniti da un solo filo, il popolo in piazza contro la dittatura sanitaria, anche oggi noi di Forza Nuova al fianco del popolo contro la politica sorda e lontana dalla realtà”.

Una vicinanza, quella con la destra, però rifiutata dai promotori. “Non siamo assolutamente negazionisti, né pensiamo che non servano misure di contenimento, il virus c’è e bisogna fare attenzione, ma siamo soltanto lavoratori e senza provvedimenti seri le nostre famiglie a breve saremo sul lastrico – ha sottolineato intervenendo dal palco Beba Pucciatti, presidente nazionale Fipi –, C’è una forte sofferenza economica, trasversale, dagli autonomi ai dipendenti delle piccole imprese, dai fornitori e tutto l’indotto collegato. È ingiusto che chi lavora, paga le tasse, debba trovarsi a colmare le incapacità di chi, in questi mesi, non è stato in grado di rendere più efficiente il sistema sanitario. A questo punto, con molte partite Iva che devono scegliere se pagare bollette e tasse, oppure fare la spesa per mangiare, occorre intervenire concretamente”. “Non possiamo vivere nella speranza che ci sia un Dpcm che ci dica che possiamo tornare a lavorare – ha aggiunto Silvano Rittà di Ubat – vogliamo risposte chiare da questo governo perché non possiamo vedere la nostra merce ammuffire nei magazzini mentre la stessa viene venduta nella grande distribuzione e sul web. Hanno parlato di ristori, ma non si può pensare di ristorare un'impresa commerciarle con 1000, 2000 euro”. “Non siamo evasori, se non paghiamo è perche non abbiamo più soldi, siamo alla frutta, se non ci fanno lavorare diventiamo tutti abusivi”, ha concluso Giancarlo Nardozzi di Goia.

Attimi di tensione si sono registrati quando alcuni negazionisti senza mascherina e con addosso gilet blu riportanti la scritta “Human rights defender”, una sorta di grotteschi osservatori Onu, sono stati allontanati dalla polizia. A richiamare l'intervento degli agenti sono stati gli stessi organizzatori. Due persone sono state accompagnate in questura, gli altri saranno identificati e sanzionati per il mancato rispetto delle misure anti-Covid.

Partite Iva in piazza Castello

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