SANITA’

Influenza, 400mila piemontesi resteranno senza vaccino

Niente protezione per una parte della popolazione a rischio. La casa farmaceutica Sanofi allarga le braccia: "Non ne abbiamo più". Pronta la denuncia della Regione alla Procura. Icardi: "Cercheremo le fiale ovunque e ad ogni costo", ma è una missione impossibile

Li cercheremo e siamo disponibili ad acquistarli a qualsiasi costo”, promette l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, ben sapendo che trovare ancora sul mercato vaccini antinfluenzali è una missione impossibile. Dopo l’annuncio di Sanofi Pasteur, con cui il colosso farmaceutico ha ammesso di non riuscire a fornire tutte le dosi acquistate dalla Regione limitandosi a inviare solo più una fornitura di 30mila fiale nel giro di un paio di settimane, è pressoché certo che circa 400mila  piemontesi delle fasce considerate a rischio rimarrà senza copertura contro l’influenza.

Ha certamente molte più probabilità di successo l’azione legale che, annunciata dal presidente Alberto Cirio l’altro ieri, l’ex pm oggi commissario per le questioni giuridiche dell’Unità di Crisi Antonio Rinaudo sta predisponendo e che nei primi giorni della settimana approderà alla Procura della Repubblica con già ben definita l’ipotesi di reato nei confronti del legali rappresentanti della casa farmaceutica: “Inadempimento di pubblica fornitura”, con l’aggravante derivata dal fatto che si tratta di prodotti medicinali. “Sarà una denuncia molto articolata e dettagliata”, spiega l’ex magistrato riferendosi in particolare a quei numeri e a quelle date che, già dopo il primo ingente arrivo di vaccini, 400mila lo scorso 23 ottobre, hanno incominciato a non tornare rispetto a quanto previsto dal bando di gara che fissava l’obbligo per la società di inviare le dosi in base alle richieste.

Le 50mila fiale del 4 novembre e le 75mila del 6 e del 12 scorsi non erano state certo la risposta alla domanda arrivata dal Piemonte, bensì campanelli d’allarme di una situazione che sarebbe stata ammessa da Sanofi soltanto venerdì, con la lettere che di fatto formalizzava quanto detto poco prima dal general manager per l’Italia Mario Merlo cui Icardi aveva chiesto conto del mancato rispetto del contratto. “Sanofi Pasteur ha partecipato alle gare regionali impegnandosi a cercare di non lasciare nessuna regione del nostro Paese totalmente priva di vaccini, non potendo però prevedere la situazione di grave ed oggettiva carenza di vaccini antinfluenzali a livello mondiale che si è poi verificata – spiega la casa farmaceutica –. È stata comunque una scelta responsabile che ha messo quasi tutte le Regioni nelle condizioni di partire in anticipo rispetto agli scorsi anni con la campagna di vaccinazione e di poter coprire, se non totalmente almeno in parte, la popolazione fragile. Per quanto riguarda il Piemonte abbiamo già fornito circa 900mila dosi e altre circa 30mila verranno fornite nelle prossime due settimane”. Poi basta. 

Inutile illudersi guardando a quella fornitura che, sempre Sanofi spiega di aver ottenuto “con un enorme sforzo, perorando la causa Italia a livello internazionale” e che arriverà la prima settimana di gennaio a disposizione del commissario Domenico Arcuri per essere distribuita in tutto il Paese. Bruscolini. E lo stesso invito rivolto lo scorso 21 aprile dal general manager di Sanofi alla Regioni perché accelerassero la predisposizione delle gare, ricordando che “il ciclo produttivo dei vaccini è più complesso rispetto a quello del farmaco e non permette un adattamento rapido e una risposta adeguata ad un eccesso di richiesta”, non può certo essere una giustificazione a quanto la casa farmaceutica ha riservato al Piemonte, non rispettando un contratto siglato quando sarebbe dovuto essere chiaro il potenziale produttivo necessario. Insomma, se solo Sanofi avesse avuto il dubbio di non poter produrre quanto richiesto dalla Regione, attraverso la società di committenza regionale Scr, non avrebbe dovuto partecipare alla gara e siglare il contratto.

In Italia e in Piemonte in particolare, ma non solo, il nome del colosso farmaceutico ormai è associato a quello che Icardi, così come Cirio, definisce “un comportamento inaccettabile” con la promessa, mantenuta nel lavoro che Rinaudo sta completando, di “agire in tutte le sedi opportune”, incominciando da quale giudiziaria penale, poi il civile con richieste di risarcimenti verrà di conseguenza. La stessa promessa dell’assessore di cercare ovunque i vaccini che mancano “comprandoli ad ogni costo”, contempla il fatto che quel costo, qualunque esso sia, sarà addebitato all’inadempiente Sanofi applicando quello che in termini giuridici, come spiega l’ex magistrato Rinaudo, si configura come “acquisto in danno”. Ma non è tanto la questione economica a preoccupare, come la consapevolezza che trovare ancora vaccini sul mercato sia di fatto impossibile. Intanto, mentre la Procura delle Repubblica non su indicazione o richiesta della Regione, ma probabilmente d’iniziativa o in seguito a un esposto, ha inviato la Guardia di Finanza negli uffici di Scr per acquisire la documentazione relativa alla gara e gli atti che indicano gli obblighi da parte di Sanofi, ancora si attende un segnale forte da parte del Governo e dell’Aifa nei confronti della società farmaceutica.

Durante una delle teleconferenze della commissione Sanità della Conferenza delle Regioni, intervenne il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa lamentando la difficoltà dei farmacisti a reperire i vaccini e chiedendo alle Regioni di cedere il 10% della loro quota per immetterla nel mercato libero. Tutti gli assessori si opposero e come ricorda Icardi che della commissione è il coordinatore “poi si arrivò a concedere l’1,5%, a patto che Governo e Agenzia Italiana Farmaco si impegnassero a garantire che le aziende farmaceutiche consegnassero quanto previsto dai contratti”. Un patto che ora andrebbe fatto valere. Anche se per i piemontesi che aspettano ancora il vaccino si annuncia un’attesa vana. 

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