GRANA PADANA

Lega, triello per il dopo Molinari

Salvini conferma la decisione di nominare un commissario alla guida del partito piemontese. Per la successione l'attuale numero uno punta sul fido Giglio Vigna, ma crescono le quotazioni di Canelli. A sorpresa spunta l'outsider Bertana della "Bestia"

Una settimana, massimo due, e Matteo Salvini rivoluzionerà i vertici regionali del suo partito. La deadline ravvicinata entro la prima metà del mese per il cambio dei segretari sostituiti con commissari nel ruolo di traghettatori verso un congresso che, complice l’incertezza dell’evoluzione della pandemia, nessuno sa quando si celebrerà, il leader della Lega l’ha indicata martedì scorso in una riunione con i parlamentari. Tante novità, quelle annunciate dal senatore per il suo partito, ma inevitabilmente è quel giro di valzer dei numeri uno regionali a catalizzare l’attenzione, solleticare ambizioni e temere perdite di posizioni (dirette e indirette) di potere. 

Ma il Capitano ha deciso da tempo la sua rivoluzione interna, in gran parte già attuata con la messa in soffitta della vecchia Lega e le briglie della nuova saldamente in mano. Ciò non toglie che il passaggio sia politicamente cruciale. E come tale richieda delle motivazioni solide, almeno formalmente. Non è un caso che spiegandone la ragione Salvini abbia proprio citato ad esempio il caso del Piemonte. Riccardo Molinari è capogruppo alla Camera, un ruolo che sta svolgendo al meglio – questo il senso del discorso di Salvini – e per questo, in una fase cruciale per il Paese e importante per avviare il nostro partito verso il congresso e gestire questioni altrettanto importanti nelle regioni, in Piemonte individueremo una nuova figura.

Un annuncio che certo non fa fare salti di gioia all’attuale capo della Lega piemontese, ma che non lo coglie di sicuro impreparato visto che questo percorso del cambio dei vertici in tutte le regioni (eccetto per l’Emilia Romagna, le Marche e il Molise già commissariate di recente) lo ha condiviso fin dall’inizio con il segretario. Semmai vien da chiedersi quanto Molinari deciderà di provare a incidere sulla scelta del suo successore, sia pure con il ruolo di commissario e non di segretario eletto da un congresso com’è stato per lui nel febbraio del 2016 quando a Collegno vinse il duello con Gianna Gancia, oggi europarlamentare.

Non è un mistero che, nel totonomi, quello di Alessandro Giglio Vigna, quarantenne parlamentare del Canavese, sia il preferito da Molinari per il passaggio del testimone. In questa predilezione c’è la forte vicinanza tra i due e la fedeltà della matricola parlamentare nei confronti del suo capogruppo, tanto da farlo indicare nel caso di una sua nomina, come una sorta di avatar di Molinari e, dai più perfidi, come segnaposto in attesa di un ritorno del deputato alessandrino quando si andrà a congresso.

Mentre Salvini stringe i tempi, s’avanza un altro profilo che avrebbe un buon sostegno di una parte della Lega piemontese e un rapporto ravvicinato con il Capitano. È quello del giovanissimo Daniele Bertana, 24 anni di Giaveno, diplomato al liceo scientifico, stage nell’azienda di famiglia nel settore delle telecomunicazioni e subito l’ingresso nelle stanze della Lega: da quella della segreteria regionale per passare, due anni, fa in quella di Salvini prima come suo referente locale quando il Capitano era a Bruxelles e poi il balzo al Viminale nella “bestia” di Luca Morisi, la task force dei social media dell’allora ministro.

Lì Bertana inciamperà nell’improvvida diffusione della versione che attribuiva a nordafricani l’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega che gli varrà una richiesta del Pd al premier Giuseppe Conte dell’allora governo giallo verde di allontanamento. Bertana resterà al suo posto e continua ad occuparsi tutt’oggi della comunicazione del Capitano, anche se da qualche tempo la sua stanza negli uffici del Senato dicono sia occupata da un altro dello staff, lasciando intendere che il ventiquattrenne rampante stia preparandosi al nuova missione in Piemonte. Da qui era approdato alla corte di Salvini proprio grazie a Molinari che, tuttavia, oggi non pare tra i suoi più convinti supporter, preferendogli Giglio Vigna.

Un duello quello per i gradi di commissario? Difficile dirlo con assoluta certezza visto che, pur se il diretto interessato continua a schermirsi liquidando a rumors e nulla più la sua eventuale ascesa alla guida del partito regionale, la faccia di Alessandro Canelli compare nelle figurine del totonomi. Il sindaco di Novara, recentemente nominato di Ifel, il braccio finanziario dell’Anci, gode di ampio sostegno da gran parte degli amministratori, ma per una fetta del partito sarebbe visto come un ulteriore allargamento nella già potente Lega novarese con conseguente malumore da parte di altri territori, incominciando proprio da Torino. Per scoprire sulla spalla di chi cadrà la spada di Alberto di Giussano impugnata da Salvini non ci vorrà molto, Almeno a quanto annunciato dal Capitano che non nasconde la fretta di cambiare i vertici regionali in attesa di un congresso che, ancora, nessuno sa quando ci sarà.

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