VERSO IL 2021

Atp Finals e Film Commission, "Damilano lasci i posti pubblici"

L'aspirante sindaco del centrodestra "parte con il piede sbagliato". Rivendica il suo essere civico ma ha numerosi incarichi ricevuti dalla politica. Il radicale Boni attacca: "Prima del suo nome per Palazzo civico, dovrebbe mettere sul tavolo le dimissioni"

Rivendica con orgoglio la natura civica della sua candidatura ma da anni non disdegna incarichi pubblici, nominato dalla politica, di destra e di sinistra. Attualmente è presidente della Film Commission Torino Piemonte, è consigliere di amministrazione di Istituto Luce Cinecittà, in passato è stato al vertice del Museo del Cinema, di recente in qualità di vice (in quota Regione) del numero uno della Federazione Italiana Tennis, Angelo Binaghi, ha preso parte ai lavori della Commissione Tecnica di Gestione (Ctg) che ha assegnato l’appalto per la gestione delle Nitto Atp Finals di Torino 2021-2025 alla società torinese Awe International Group di Romy Gai, l’ex direttore commerciale della Juventus capofila di una cordata di imprese ed enti (Arriva, Camerana&Partners, Kpmg, Nielsen Sports, Politecnico di Torino). Ora che ha deciso di buttarsi nell’agone politico e correre per la poltrona di sindaco, a Paolo Damilano arriva l’invito a lasciare le cariche pubbliche.

A porre la questione è Igor Boni, leader dei Radicali: “Cominciamo bene, davvero bene. Chi da molti anni è alla presidenza della Film Commission, fondazione alla quale partecipa il Comune, che ha come presenza fissa nel Cda l’assessore alla cultura del Comune, che è evidentemente connesso indissolubilmente alla politica e nella politica del Comune, farebbe cosa buona a dimettersi prima di cominciare a mettere il suo nome sul tavolo per fare il sindaco di Torino”. Seguendo l’esempio dello stesso Boni che, da candidato alle primarie del centrosinistra, a marzo ha lasciato l’incarico di amministratore unico dell’Ipla, società pubblica, “proprio perché volevo eliminare ogni possibile conflitto d'interesse anche al di là delle questioni meramente legislative”.

Insomma, per l’esponente radicale “Damilano comincia con il piede sbagliato. Ci racconta di essere un civico in virtù di una posizione assunta grazie alla politica torinese, mantiene la posizione e i conflitti conseguenti, presentando di sé una immagine totalmente falsata”.

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