EMERGENZA SANITARIA

Rianimazioni, Arcuri è in ritardo e il Piemonte fa da sé

Per il piano nazionale delle terapie intensive ci vorrà forse un anno. La Regione ne acquista 160, pronte per gennaio. Aggiornato il piano pandemico per la terza ondata. in 28 ospedali i centri di stoccaggi per il vaccino

Se Roma procede in ritardo, Torino fa da sé. Di fronte alla lentezza con la quale la struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri ha affrontato la questione del potenziamento delle terapie intensive, ripercuotendola sulla fase che spetta alle Asl quali soggetti attuatori, la Regione ha deciso di cautelarsi anche in vista della terza ondata facendosi un piano tutto suo. Scr, la società di committenza regionale ha già predisposto la gara ed entro gennaio la rete ospedaliera piemontese dovrebbe poter contare su 160 posti di rianimazione in più, “pagati con i nostro soldi”, come ha specificato l’assessore Luigi Icardi nel corso di una conferenza stampa. Circa 21 milioni di euro e un’iter rapidissimo per distribuire nei vari ospedali 20 moduli da 8 posti letto ciascuno, questo il piano predisposto dal coordinatore dell’area ospedaliera in seno al Dirmei, Sergio Livigni

Nella prima ondata della pandemia in Piemonte il picco massimo raggiunto in termini di occupazione di letti di rianimazione è stato di 453, mentre in questa seconda fase la soglia massima è stata di 404 con un livello attuale attorno ai 300, ieri erano 310.  “A maggio la Regione aveva inviato il piano richiesto da Arcuri e frutto del lavoro della commissione guidata da Giovanni Monchiero, a giugno il ministero aveva dato l’approvazione tecnica, ma da quel momento – ha ricordato Alberto Cirio – non abbiamo più avuto alcuni notizia e solo all’inizio di ottobre Arcuri ha investito formalmente del ruolo di soggetto attuatore le Asl”. Insomma per avere le circa 300 terapie intensive in più disposte dalla struttura commissariale nazionale, insieme ai nuovi percorsi anticontagio per i Pronto Soccorso se non ci vorrà un anno, sarà poco meno nelle più ottimistiche previsioni. Da qui la decisione di acquistare e installare i 160 posti del “Piano Livigni” che non saranno di emergenza, bensì strutturali. 

Nel caso di una necessità che imponga numeri maggiori, come è stato spiegato da Icardi “il sistema è in grado di arrivare a 1073, tra strutturati e complessivamente attivabili. Sono moltissimi, speriamo di avere abbastanza anestesisti”, ha aggiunto l’assessore facendo riferimento a quello che resta il problema più grave e di difficile soluzione: se le attrezzature per le terapie intensive adesso si trovano e di possono acquistare, questo non vale per il personale cui è richiesta un’elevata specializzazione.

I letti di rianimazione rientrano, peraltro, con un alto livello di importanza nel piano pandemico che dovrà essere varato formalmente dalla giunta regionale entro la fine dell’anno. "Appena il morso del Covid ci ha permesso di alzare leggermente la testa - ha detto il presidente Cirio - ci siamo messi nelle condizioni di presentare l'aggiornamento del piano in vista di una possibile terza ondata, lo dico incrociando le dita, ma dobbiamo essere pronti".

Pronto anche il piano, coordinato da Antonio Rinaudo, per la prima fase della vaccinazione contro il Covid, quella che riguarderà il personale sanitario, gli ospiti e gli addetti delle Rsa. Sono 28 i punti di stoccaggio, tutti in ambito ospedaliero, dove la Pfizer consegnerà le dosi da mantenere tra i 75 e gli 80 gradi sottozero. Una popolazione da vaccinare in questa prima parte della campagna pari a circa 195mila persone, 30 i congelatori che saranno acquistati e che serviranno anche gli altri tipi di vaccino, quando dopo la fase due riservata a personale delle forze dell’ordine e della scuola, si passerà alla terza estesa a tutta la popolazione.

Sarà quello il momento in cui entreranno in gioco strutture di grandi dimensioni dove effettuare un gran numero di vaccinazioni. A Torino, se non servirà più per ospitare pazienti Covid, verrò riconvertito l’ospedale da campo del padiglione cinque al Valentino. E sempre sul fronte dei vaccini, questa volta però quello antinfluenzale, è stata annunciata un’altra partita di dosi da parte di Sanofi. Mentre sta per essere distribuita quella da 100mila, dopo le proteste della Regione per la sospensione della fornitura e l’intervento dell’ambasciata d’Italia a Parigi sulla casa farmaceutica, ne arriveranno altri 50mila. 

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