EMERGENZA SANITARIA

Vaccino Covid, al Piemonte oltre 170mila dosi per sanitari e Rsa

I numeri per la prima fase. Incognita sulla percentuale di medici e personale che si sottoporrà alla vaccinazione. Rinaudo: "Confidiamo in un'adesione massiccia". Ordine e sindacato pronti a lanciare un appello, "ma per decidere servono informazioni" - IL PIANO

Quanti saranno i medici, gli infermieri e tutti gli operatori della sanità che, in Piemonte, decideranno di vaccinarsi contro il Covid? Una prima risposta, perlomeno indicativa, arriverà domani con l’invio da parte delle Asl e delle Aso al Dirmei dell’esito del questionario predisposto dall’ex magistrato Antonio Rinaudo, responsabile dell’organizzazione della campagna vaccinale nell’ambito del dipartimento.

I numeri assoluti serviranno per aggiornare il piano predisposto dal commissario Domenico Arcuri, ma dalle percentuali dipenderà molto altro. Innanzitutto la copertura del personale in prima linea contro il virus, ma non di meno il messaggio che arriverà alla popolazione per la quale il vaccino arriverà alcuni mesi più tardi. È evidente come un’alta partecipazione dei medici alla vaccinazione non può che essere l’argomento più convincente per chi, magari, qualche titubanza la nutre. “Dobbiamo arrivare attorno al 90 per cento”, l’auspicio della task force piemontese nelle parole di Rinaudo. “Confidiamo nel senso di responsabilità”. Certo a guardare i dati relativi alla percentuale del personale sanitario che lo scorso anno si è vaccinato contro l’influenza, ci si trova a distanze abissali con un misero 15%. “Qui siamo completamente su un altro piano. Non farei paragoni di sorta, siamo al di fuori di ogni possibile comparazione per gravità, dimensioni e molti altri fattori”, osserva l’ex pm che ieri ha tenuto l’ennesima riunione al Dirmei, con gli ultimi dati inviati e ricevuti dalla struttura commissariale di Arcuri.

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Il primo invio di dosi del vaccino della Pfaizer, se il 21 dicembre arriverà l’approvazione dell’Agenzia europea del farmaco, per il Piemonte sarà di 170.995 unità che verranno distribuite nei 28 centri di stoccaggio situati in altrettanti ospedali. Per la somministrazione in questa prima fase dove ad essere vaccinati saranno gli operatori sanitari sia del settore pubblico sia del privato, insieme agli ospiiti e al personale delle Rsa, la Regione ha calcolato la messa in campo di 303 medici e 295 tra operatori sociosanitari e amministrativi. Il periodo necessario calcolato per questa prima fase con una popolazione teorica di 131.430 persone è di due settimane. Numeri, necessariamente relativi. Quelli dei giorni perché non è detto che i tempi non possano risultare più lunghi, ma anche quelli delle persone da vaccinare. Molto, infatti, dipenderà da quanti decideranno di farlo.

“È difficile fare una previsione –premette Guido Giustetto, presidente dell’Ordine dei medici di Torino –. Quello che colgo tra i colleghi è la richiesta di tutte le informazioni. Intanto bisogna attendere l’approvazione dell’Ema, cosa che è annunciata prima di Natale e a quel punto avere la documentazione in maniera tale da prendere una decisione convinta, anche in relazione ad alcune patologie e controindicazioni relative. Fino ad ora abbiamo solo letto comunicati stampa della casa farmaceutica, certamente corrette, ma che non entrano negli elementi richiesti da chi è in grado di valutarli”.

Giustetto non nega “la preoccupazione che l’adesione non sia alta. Credo che per questo vaccino, rispetto a quello antinfluenzale, le cose cambino. I rischi di questa malattia sono, purtroppo, molto più gravi. Sono molti i medici che hanno perso la vita a causa del Covid. Per contro sono anche molti i colleghi, anche già in pensione, che si stanno rendendo disponibili per effettuare le vaccinazioni”. Il presidente dell’Ordine riferisce anche di un altro aspetto della questione: “I medici liberi professionisti chiedono di potersi vaccinare, visto che ora si parla solo di dipendenti i convenzionati. Credo che sia una richiesta più che legittima, visto che anche loro visitano e curano pazienti. Ne parlerò con l’assessore per verificare se c’è una soluzione”.

Ad auspicare e prevedere ottimisticamente una larga adesione alla campagna vaccinale da parte dei camici bianchi è la segretaria regionale di Anaao-Assomed, il principale sindacato degli ospedalieri, Chiara Rivetti. “Ci auguriamo che il personale aderisca e faremo appello per questo. Non dimentichiamo, tra l’altro, che l’età media dei nostri professionisti è di 54 anni, quindi piuttosto elevata. Però – aggiunge la sindacalista – chiediamo che i medici abbiano tutte le informazioni sul vaccino, sugli effetti collaterali e le controindicazioni. Chiedere una decisione prima di questo, oggettivamente, è difficile”.

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