ANTIVIRUS

L'Università "immune" al Covid

Scongiurato il tracollo delle iscrizioni. Le immatricolazioni sono addirittura cresciute, passando dalle 22 mila del precedente anno accademico alle 24 mila attuali. Ma calano gli studenti fuori regione e, soprattutto, stranieri. Il rettore Geuna: "Massicci investimenti"

Università e Politecnico immuni al Covid? Sembrerebbe proprio di sì, almeno stando ai numeri delle nuove immatricolazioni che confermano come a Torino i due atenei siano i principali – se non gli unici – catalizzatori di energie e intelligenze provenienti da fuori regione e dall’estero. Una situazione che neppure la pandemia è riuscita a compromettere.

In Piemonte, secondo i dati dell’Ires, ci sono 136mila studenti universitari che generano una ricaduta economica diretta sul territorio di circa 780 milioni all’anno. Dati dovuti anche al numero sempre crescente di studenti fuorisede che rappresentano circa un terzo degli immatricolati complessivi. Nel 2020 all’Università di Torino ci sono stati 14.420 immatricolati (con una crescita dello 0,5% rispetto all’anno scorso cui hanno contribuito in particolare i fuorisede, +6,2%, in grado di compensare in toto la contrazione dei residenti in Piemonte, -1,6%). Stabile il Politecnico con i suoi 5.355 immatricolati (-0,1% rispetto all’anno scorso ma con una crescita del 18,2% degli studenti internazionali). Le prestazioni migliori sono tuttavia dell'Università del Piemonte Orientale in cui gli immatricolati assoluti sono 3.962 (+3,5%) con un boom degli internazionali (+40,7%). Così si raggiunge la cifra di 23.701 nuovi immatricolati, in crescita rispetto allo scorso anno nonostante tutte le difficoltà legate al Covid.  

“L’Università di Torino non ha avuto gli abbandoni massicci degli studenti che tutti temevano a causa della pandemia, anzi ha visto aumentare le immatricolazioni e ha approfittato della crisi per fare massicci investimenti nelle tecnologie” ha sottolineato il rettore Stefano Geuna in un incontro stampa virtuale. Nonostante la pandemia, dunque “le immatricolazioni sono addirittura cresciute, passando dalle 22mila del precedente anno accademico alle 24mila attuali. Il tracollo che tutti temevamo non c’è stato”. Dati che secondo molti osservatori indicano la tendenza di Torino a diventare sempre più una città universitaria e i suoi atenei a trasformarsi in asset fondamentali di sviluppo, a patto che implementino sempre di più i propri servizi così da diventare sempre più attrattivi. Torino campus a cielo aperto? Chissà.

“L’Università – ha rimarcato Geuna – ha affrontato l’emergenza sanitaria facendo massicci investimenti per la didattica a distanza. In pochi mesi siamo passati dal 10 al 100 per cento delle aule collegate allo streaming, un grandissima capitalizzazione per il futuro”. “Abbiamo continuato anche a investire sulle sedi - ha aggiunto Geuna - e presto avremo a disposizioni nuove aule anche negli spazi della ex sede del quotidiano La Stampa, in via Marenco a Torino”. Il rettore non ha poi escluso la possibilità di un Semestre Bonu, ovvero un semestre gratuito per tutti come chiedono gli Studenti Indipendenti con proteste e manifestazioni. “Stiamo analizzando l’ipotesi – ha detto – ma prima serve una valutazione precisa della situazione. Sarà necessario valutare bene i conti dell'Università e capire quali saranno i trasferimenti extra che potranno arrivare dal Governo: ci sono i conti da far quadrare”.

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