VERSO IL 2021

Caos civico, Berruto sbatte la porta

L'ex ct della nazionale di volley lascia Capitale Torino con un polemico post sui social, ma non esclude la possibilità di una candidatura alle prossime comunali di Torino: "Non ho certamente intenzione di silenziare il mio impegno"

Vergano appelli all’unità e poi si presentano divisi ai tavoli delle trattative, fanno riunioni continue e non sono d’accordo su nulla. Non è il polo civico, è il caos. E non bastano musicisti, architetti e registi a renderlo creativo. La lettera-appello scritta per imprimere un’accelerata sulla strada di una lista unica che porti una sintesi all’interno di quel gran guazzabuglio di idee e proposte ha provocato, paradossalmente, l’effetto opposto. “Sbagliata nei modi e nei tempi” sentenzia chi fino all’ultimo ha provato a stopparla.

“Dove tanti galli cantano non fa mai giorno” racconta un vecchio adagio popolare, e qui è ancora notte fonda. “Praticamente abbiamo scritto a noi stessi che dovremmo metterci d’accordo per fare una lista unica. Forse bastava una chat” dice uno dei tanti spifferatori esausti che hanno testato l’evanescenza di un’area così ricca di passione civica e povera di pragmatismo.

Gira voce che a scrivere e promuovere quel testo sia stato Francesco Tresso, capogruppo della Lista Civica candidata quattro anni e mezzo fa a sostegno di Piero Fassino. Lui però non l’ha firmata perché dovrebbe essere uno di coloro che quell’appello deve raccoglierlo, in quanto portavoce di Capitale Torino. Così come Mario Giaccone (Monviso), Federico De Giuli (Laboratorio Civico), Gianguido Passoni (Progetto Torino) e una serie di altre sigle, associazioni e comitati. Il fastidio di molti si traduce nel primo forfait, ed è pesantissimo: l’ex ct della nazionale di volley Mauro Berruto ha annunciato su facebook il suo addio a Capitale Torino. Una decisione presa perché “non mi riesco più a riconoscere rispetto alle strategie e, soprattutto, ai processi decisionali fondamentali per definire quelle stesse strategie”.

Berruto era stato uno dei quattro fondatori di Capitale Torino assieme al manager della Cultura Paolo Verri, lo stesso Tresso e Giovanni Durbiano, docente ordinario alla facoltà di Architettura. Le prime fratture si sono create attorno al nome di Guido Saracco, rettore del Politecnico che fino a qualche settimana fa sembrava potesse guidare il centrosinistra alla riconquista di Torino: Durbiano era un suo fervente sostenitore, Berruto ha sempre espresso le sue perplessità. Tresso e Verri nel mezzo.

Con il tempo ogni nuovo candidato che si sia fatto avanti ha trovato tra i civici un pugno di seguaci, incrementando un caos generato anche dall’ubiquità di personaggi che bazzicano il polo civico con una o più tessere di partito in tasca, da Marco Cavaletto, coordinatore di Più Europa Torino, a Elena Apollonio di Demos, formazione politica nata sulla spinta dell’ex viceministro dell’Agricoltura Andrea Olivero, fino a Giorgio Diaferia di Azione ma in rotta con i vertici locali. E altri. Insomma, una barca senza timoniere con un equipaggio chiassoso e litigioso.

“Continuo a essere convinto della necessità di far nascere un polo civico unitario che dovrà, prima di qualsiasi altra cosa, dotarsi di un sistema di regole e di un modo di prendere decisioni realmente democratico” afferma Berruto, il quale lascia la porta aperta a una sua possibile corsa alle prossime elezioni comunali di Torino: “Non ho certamente intenzione di silenziare il mio impegno personale, saldamente all’interno della coalizione di centrosinistra, per contribuire alla costruzione di una Torino inclusiva, attrattiva e capace di riproporsi protagonista in Italia e in Europa”. Un posto in lista non glielo negherebbe nessuno.

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