COVID & NUMERI

"Sui tamponi i nostri dati corretti, l'anomalia è nel bollettino"

La Regione difende il suo operato e incassa il parere favorevole dell'Istituto di Sanità: "Vanno conteggiati anche gli antigenici". Ma allora perché il ministero ne ha cancellati oltre 200mila? Intanto il Piemonte è fanalino di coda sui test molecolari

La Regione ha ragione. E difende il suo operato nella comunicazione dei test diagnostici sul Covid. “L’Istituto superiore di Sanità certifica la regolarità dei tamponi comunicati dalla Regione” esulta l’assessore Luigi Icardi dopo aver ricevuto dall’Iss una nota in cui si afferma che “il report settimanale di monitoraggio è sempre stato elaborato tenendo conto sia dei tamponi molecolari che dei test rapidi antigenici comunicati dalla Regione Piemonte e dalle altre Regioni, in linea con quanto previsto dal Decreto che definisce i criteri per monitorare il rischio sanitario”. Caso risolto? Più o meno. Una cosa è certa, non vi sono state anomalie nella trasmissione dei dati né “maneggi” o magheggi di sorta che possono aver favorito il passaggio del Piemonte dalle varie zone.

A questo punto resta da capire perché il Ministero della Salute abbia imposto nei giorni scorsi alla Regione di eliminare dal conteggio ai fini statistici tutti i test rapidi, oltre 200mila, seguendo le indicazioni della Protezione civile che dal 3 dicembre aveva espressamente chiesto che venissero comunicati solo i tamponi molecolari. Una decisione, quella del dicastero retto da Roberto Speranza, che ha scatenato una marea di polemiche che oggi il titolare della Sanità regionale definisce “sterili e infondate”. Al netto della querelle, la situazione è tutt’altro che chiara.

In barba, infatti, ai proclami riguardo alla potenza di fuoco generata dai 32 laboratori con cui “abbiamo ampiamente superato il fabbisogno stimato di 11 mila tamponi giornalieri”, diceva l’assessore Matteo Marnati il 23 novembre scorso, il Piemonte resta l’ultima delle sette regioni più colpite dal virus per capacità di processare i test molecolari: 1.6 milioni dall’inizio della pandemia contro i 4,6 milioni della Lombardia, i 3,1 del Veneto, i 2,6 del Lazio, i 2,4 dell’Emilia-Romagna, 1,9 della Campania e 1,8 della Toscana. Il tutto tenendo conto che Lazio, Campania e Toscana erano state colpite solo marginalmente dalla prima ondata. Non solo: di tutte le regioni sopracitate il Piemonte è l’unica ad aver testato meno di un milione di persone. Nelle ultime 24 ore l’incremento dei tamponi è stato di 5.838 unità, anche in questo caso il dato più basso. Tutto questo nonostante il Piemonte sia secondo solo alla Lombardia per numero di ricoverati e di morti. Intanto, mentre il numero dei contagi continua a ridursi (nelle ultime 24 ore sono stati 718), tornano ad aumentare i ricoverati in terapia intensiva (230, +9 rispetto a ieri) e quelli negli altri reparti (3.409, +20 rispetto a ieri). Andamento curioso.

La Regione non ha ancora diffuso il testo dell’Iss, lo farà domani in Consiglio regionale. Per ora ci si deve accontentare di un comunicato con alcuni estratti della nota e un profluvio di commenti degli assessori Icardi e Marnati. In particolare, l’inquilino di corso Regina Margherita punta il dito contro il Ministero della Salute: “L’anomalia è nel bollettino nazionale che non include gli antigenici: è necessario allinearlo alle disposizioni europee”. A oggi però non lo è, per cui la Regione ha forzato la mano nel mettere i test rapidi nello stesso calderone dei molecolari mentre le altre regioni si comportavano secondo le direttive ministeriali. “Se il Ministero riterrà opportuno nel prossimo futuro cambiare la modalità di raccolta e invio dei dati non potremo che essere felici – afferma dai banchi dell’opposizione Daniele Valle (Pd) – non abbiamo nessun pregiudizio sull’utilizzo dei test antigenici per fare contact tracing (avevamo addirittura chiesto di effettuare un monitoraggio di tutta la popolazione utilizzando quei tamponi) il punto è aver utilizzato e pubblicizzato dati diversi e non omogenei rispetto alle altre regioni senza che nessuno l’abbia mai autorizzato”.

Non notificare i casi positivi risultati da tamponi rapidi, confermano ancora dall’Iss (nello specifico i test antigenici che per presenza di un link epidemiologico non richiedono conferma con test molecolare) avrebbe “verosimilmente portato nel periodo di novembre ad una sottostima della valutazione del rischio”. Certo, ma allora come mai il ministero solo due giorni orsono ha chiesto di eliminare dai conteggi i test rapidi? E soprattutto, in che modo sarebbe cambiato il rapporto tra casi positivi e totale dei tamponi effettuati? Domande a cui (forse) risponderà domani Icardi durante la seduta del Consiglio.

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