ANTI COVID

Nella notte il viaggio dei primi vaccini per il Piemonte

Le 920 dosi trasportate da mezzi militari arriveranno all'Amedeo di Savoia. L'infettivologo Di Perri "testimonial" con la prima iniezione. La Protezione Civile scortata distribuirà le fiale in 7 ospedali e 3 Rsa. L'avvio dell'operazione domani entro le 9 - VIDEO

Il countdown terminerà domattina poco prima delle 9 quando l’ago pungerà il braccio del professor Giovanni Di Perri dando formalmente avvio alla campagna vaccinale in Piemonte. A far da sfondo per la vaccinazione a favor di telecamere, primo di una serie di messaggi per ottenere la più ampia adesione tra la popolazione, non ci sarà la tensostruttura della primula progettata dall’architetto Stefano Boeri, ma soltanto un paio di totem e un pannello con il fiore scelto come simbolo. Poco importa se il gazebo non arriverà in tempo. 

Le 920 dosi del prodotto della Pfizer è previsto giungano all’ospedale Amedeo di Savoia, di cui Di Perri è direttore delle malattie infettive, nella notte. Il carico destinato al Piemonte partirà questa sera o nel tardo pomeriggio dall’ospedale Spallanzani e viaggerà su mezzi militari sotto scorta. I dettagli su orari e percorsi sono tenuti riservati, ad ulteriore conferma dei timori che hanno indotto la struttura commissariale di Domenico Arcuri e le stesse Regioni a predisporre rigide misure di sicurezza. Le stesse che hanno portato ieri il furgone partito dal Belgio, transitato dal Brennero e giunto a Roma, ad entrare in una caserma dei carabinieri a Tor Di Quinto (la stessa che ospita il Gis, il gruppo di intervento speciale dell’Arma) custodendo lì i vaccini in attesa di trasferirli questa mattina allo Spallanzani.

Prese in consegna nell’ospedale di corso Svizzera le fiale saranno suddivise nei vari lotti destinati agli ospedali dove, sempre in mattinata, incominceranno le vaccinazioni. Per questa operazione logistica saranno utilizzati mezzi della Protezione Civile che trasporteranno le cryo-box, contenitori refrigerati, sempre con la scorta di polizia e carabinieri.     

“Siamo ad una svolta decisiva nella lotta contro il Covid-19 e tutto è pronto perché il vaccino possa essere utilizzato ovunque in Piemonte. La guerra non è finita – avverte l’assessore alla Sanità Luigi Icardi - ci vorrà ancora un po' di tempo, ma da ora in avanti disponiamo di un'arma strategica e di assoluta importanza per respingere il contagio”. Un’arma le cui munizioni in arrivo la prossima notte in Piemonte sono una piccolissima parte rispetto al volume previsto nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Un avvio formale, insomma, come attestano i numeri. Le 920 dosi saranno distribuite, in quantità limitatissima, solo nei principali ospedali e in tre Rsa: 210 all’Amedeo di Savoia, 80 al San Giovanni Bosco, stesso quantitativo per Città della Salute, Mauriziano, Santa Croce e Carle di Cuneo, Maggiore della Carità di Novara, SS. Antonio, Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, 70 dosi per la Casa di riposo Città di Asti, l’Istituto Gaudenzio De Pagave di Novara e La Residenza di Rodello in provincia di Cuneo. Anche in queste ultime ore in tutte le strutture destinatarie si stanno ripassando i protocolli con i vari passaggi richiesti per la preparazione e la somministrazione che impegnerà circa 30 operatori, tra medici, infermieri, Oss e amministrativi. 

Quella di domani “sarà una giornata simbolica in grado di testare la macchina organizzativa che sarà operativa dalla settimana del 28 dicembre”, spiega il commissario per il Piano vaccinale Antonio Rinaudo. “Il lavoro di questo personale interagirà con le infrastrutture informatiche regionali e nazionali, per consentire il continuo monitoraggio della situazione. In questa giornata saranno vaccinati solamente i soggetti inclusi nella prima fase della campagna vaccinale: medici, infermieri e personale amministrativo operanti nei presìdi ospedalieri e nelle strutture che ospitano persone che per la loro fragilità necessitano di essere sottoposti al più presto al trattamento vaccinale. Ciò ci consente di affermare – aggiunge Rinaudo – che il protocollo sarà rigidamente applicato e non vi saranno soggetti privilegiati non rientranti in quelle categorie”.

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