LOTTA AL COVID

Tamponi rapidi conteggiati
(ma non tutti)

Accolta la richiesta del Piemonte e di altre Regioni. Dopo le polemiche sollevate da alcuni ricercatori indipendenti una circolare dà ragione al Dirmei, pur con una serie di indicazioni sull'uso dei test antigienici: l'attendibilità è solo di quelli dell'ultima generazione

Sui tamponi rapidi, alla fine, è passata la linea del Piemonte. Pur con una serie di raccomandazioni sull’impiego di questa tipologia di test, il ministero della Salute stabilisce che gli esiti entrino nel conteggio giornaliero dei casi, come avviene per i tamponi molecolari e come la Regione aveva già incominciato a fare allineandosi, in anticipo rispetto al Governo, ai criteri stabiliti in sede europea. Una decisione, quella piemontese, che aveva però sollevato aspre critiche e duri attacchi da parte di alcuni ricercatori indipendenti che avevano accusato la Regione di aver “maneggiato” i dati con il malcelato fine di modificare i parametri su cui si basa la classificazione in zona gialla, arancione o rossa del territorio con le conseguenti misure restrittive. Accuse respinte con decisione dal Dirmei, così come dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi, il quale aveva anzi sollecitato il ministro Roberto Speranza ad un adeguamento nazionale alle indicazioni europee.

Adesso la circolare firmata dal direttore della Prevenzione Sanitaria del ministero, Giovanni Rezza, stabilisce con chiarezza che anche i dati dei tamponi rapidi debbano entrare nel conteggio giornaliero. Nello stesso documento, tuttavia, sono contenute una serie di indicazioni circa l’uso dei test rapidi e, in particolare, si sottolinea come quelli molecolari restino i più affidabili tanto da prevederne l’uso in alcune circostanze, prima tra tutte la positività al test rapido, in aggiunta ai tamponi antigenici. Come del resto già avviene in Piemonte.

Oltre a ribadire la maggiore attendibilità e quindi l’uso prevalente dei tamponi molecolari, la circolare raccomanda il ricorso a test antigenici rapidi che abbiano i seguenti requisiti minimi di performance: ≥80% di sensibilità e ≥97% di specificità. Inoltre il ministero invita all’utilizzo di test rapidi di terza generazione e nel caso, di tamponi di tipologia precedente nell’eventualità di un esito negativo servirà un secondo test di conferma. Procedura anche questa, utilizzata nella gran parte dei casi negli hot spot piemontesi, soprattutto in circostanze e contesti che inducano a effettuare una controprova. Le indicazioni ministeriali riguardano anche la tempistica per l’effettuazione dei tamponi rapidi nelle diverse situazioni cliniche e di potenziale contagio, al rischio di impatto di un possibile focolaio. Viene inoltre precisato che le misure di isolamento vengono applicate anche a chi risulti positivo a un tampone rapido, così come vengono ribadite la misure precauzionali anche per coloro che risultino negativi ai test.

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