LOTTA AL COVID

Vaccinazioni dal medico di famiglia,
Cirio: "Siamo i primi in Italia"

Firmato l'accordo. Saranno i mutualisti a gestire le prenotazioni e richiedere le dosi necessarie. Dopo il Vaccine day del 30 gennaio con il prodotto di Moderna, il grosso della terza età sarà immunizzato con AstraZeneca a partire dal 10 febbraio

I medici di famiglia scendono ufficialmente in campo per le vaccinazioni. Questo pomeriggio è stato, infatti, firmato l’accordo (il primo in Italia) tra la Regione Piemonte e tutte le sigle delle rappresentanze sindacali dei medici di medicina generale. “In Piemonte sono 3.200, le nostre sentinelle, quelli che nel 2020 ci hanno permesso di vaccinare contro l’influenza stagionale circa un milione di piemontesi. Utilizzeremo lo stesso meccanismo con il vaccino anticovid”, spiega il presidente Alberto Cirio al termine dell’incontro.

La seconda fase dedicata alla terza età partirà formalmente il 30 gennaio con la somministrazione del vaccino di Moderna a una parte degli ultraottantenni, ma che per la conservazione a meno venti gradi richiede dotazione apposite e quindi avverrà in strutture sanitarie. Il vero e proprio avvio del lavoro dei medici di famiglia che provvederanno essi stessi a stilare un calendario delle prenotazione dei propri pazienti con conseguenti richieste delle dosi necessarie, inizierà il 10 febbraio quando saranno disponibili le prime dotazioni del vaccino prodotto da AstraZeneca, che non richiede le basse temperature di quelli di Pfizer, ma anche di Moderna. A quanto risulta le vaccinazioni dovrebbero, per gran parte, avvenire negli ambulatori dei medici di medicina generale, fatte salve le necessità di somministrazioni a domicilio e quei casi in cui si renderebbe complicato l’uso degli studi dei professionisti che, a quel punto, potrebbero utilizzare locali dei distretti sanitari in capo alle Asl di competenza. 

La Regione confida di poter effettuare questa importante parte delle campagna che vede oltre 300mila ultraottantenni e circa 800mila over 70, in tempi abbastanza brevi portando all’immunizzazione di una delle fasce di popolazione più a rischio. L'accordo siglato oggi prevede per i medici di famiglia l'applicazione del tariffario nazionale che fissa 6,16 euro per ogni inoculazione, portando con il richiamo e oneri vari la spesa che sarà anticipata dalla Regioni in attesa del rimborso da parte dello Stato.

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