GIUSTIZIA

No Tav contro lo Stato è eversione

Il procuratore generale Saluzzo spiega perché lo scontro con metodi che si traducono in aggressione, violenza, resistenza alle attività legittime si pone fuori dall'ordinamento. Altro conto è la protesta pacifica, ma molti si affiancano ai violenti

«Chi si contrappone allo Stato, chi “antagonizza” lo scontro con metodi che si traducono in aggressione, violenza, resistenza alle attività legittime che sono “comandate” alle forze dell’ordine, si pone fuori dall’ordinamento. Di più, si pone contro l’ordinamento. E il termine eversivo bene dipinge quell'atteggiamento e quelle finalità». Così il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, che attraverso uno nota ha risposto a un avvocato difensore dei No Tav che gli aveva contestato l’utilizzo improprio l’espressione “eversivo” con riferimento al movimento che si oppone alla Torino-Lione.

«La parte sana del movimento non dovrebbe lasciarsi coinvolgere, strumentalizzare dalle frange eversive», ha detto commentando la sentenza Saluzzo, suscitando la reazione dei legali No Tav, che per l’uso del termine “eversivo” hanno invocato una valutazione disciplinare nei confronti del procuratore generale. «Il termine “eversivo” era rivolto, in senso non tecnico, alla descrizione e illustrazione di una situazione di fatto ben precisa – spiega Saluzzo – che ha trovato il giudizio positivo di molti giudici. Molte sentenze sono divenute definitive e molti esponenti dell’ala dura del Movimento No Tav stanno scontando la pena in condizione detentiva». «Azioni preordinate e strategicamente organizzate, portate in maniera del tutto arbitraria, immotivata, prive di qualunque connotato di reazione, con violenza massiccia e massiva mi portano a dire – aggiunge Saluzzo – che si tratta di persone e gruppi che si pongono fuori dall’ordinamento, oltre, molto oltre, i confini della legalità e del tollerabile in uno Stato di diritto. Perché qui si contrappongono l’area di chi, per una impostazione ideale, si schiera pacificamente contro la Tav e chi, invece, affiancandosi arbitrariamente a quel legittimo movimento trasforma il terreno di diversa valutazione in un campo di battaglia». Nel ricordare che il tentativo di passare per vittime di una aggressione arbitraria delle Forze dell'ordine è stato respinto dai giudici, Saluzzo si dice stupito che «i più strenui difensori della libertà di espressione si riducano a invocare sanzioni e censura».

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