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La giustizia esca dalla quarantena

Appello critico degli avvocati all'inaugurazione dell'anno giudiziario di Torino. "La pandemia ha reso ancor più evidenti limiti e ritardi". Per il presidente Barelli Innocenti il numero dei procedimenti pendenti civili e penali è tuttavia in diminuzione

Il 2020 “è stato sotto tutti i profili un anno orribile che ci ha posto di fronte alle nostre fragilità sia individuali, sia collettive”, ma in cui “la giustizia non si è completamente fermata”. Parola del presidente della Corte d’Appello di Torino, Edoardo Barelli Innocenti, all’inaugurazione dell’anno giudiziario. “Dopo l’iniziale, ma non totale, rallentamento dell’attività giudiziaria nei mesi di marzo e aprile 2020, limitata alle questioni urgenti è stato corretto riprendere il lavoro, delegando la sua modulazione ai capi degli uffici in base alla gravità del luogo in cui questi si trovavano”, ha osservato il presidente della Corte d’appello. “La risposta organizzativa all’interno del distretto è stata efficace e, nonostante il rallentamento dell’attività giudiziaria in primavera al  30 giugno dello scorso anno, la pendenza dei procedimenti civili e penali in appello è diminuita rispetto al 2019”.

Assai più critico, invece, il bilancio stilato dagli avvocati del foro subalpino. “La pandemia ha messo a dura prova la capacità di reagire del nostro sistema sanitario e  scolastico e  ha accentuato e reso ancor più evidenti gli altri limiti e ritardi nel nostro Paese, anche purtroppo nella giustizia.  È vero che la giustizia e chi l’amministra non possono  risolvere i problemi causati  dalla pandemia,  ma la risposta della giustizia  non può essere che i mesi della pandemia hanno provocato una depressione della macchina  con un rallentamento recuperabile in 5 o 6  anni. Non si può mettere in quarantena la tutela dei diritti e  la funzione  giudiziaria. È una previsione estremamente pessimistica che rende ancora più  insofferente il sentimento  di qualsiasi cittadino nei confronti della giustizia e di chi è chiamato ad amministrarla”. Così la presidente dell’Ordine degli avvocati di Torino, Simona Grabbi intervenendo all’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto di Piemonte e Valle d’Aosta.

E sui ritardi causati dalla pandemia nel settore giustizia è intervenuto anche il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, che nel suo intervento ha ricordato che “nella fase 1 abbiamo perso migliaia di progetti e il recupero di tutto il lavoro non fatto e il recupero ulteriore di quella quota delle fasi 2 e 3  che slitta per effetto della necessità di celebrare i processi insicurezza peserà per anni sulle performance dei tribunali e della corte”.

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