POLITICA & GIUSTIZIA

Fronte tripartisan sullo smog

Strategia comune per i legali dei nove amministratori indagati per l'aria inquinata a Torino. Tra i destinatari degli avvisi di garanzia anche Cirio e Appendino. Nessuno di loro si presenterà all'interrogatorio di un procedimento giudiziario che fa discutere

Un fronte unico che abbraccia centrodestra, centrosinistra e Movimento 5 Stelle. Gli avvocati degli amministratori del Comune di Torino e della Regione Piemonte (presenti e passati) coinvolti nell’inchiesta della magistratura sull’inquinamento atmosferico che grava sul capoluogo subalpino si sono riuniti ieri via zoom per discutere il caso e concordare le mosse da compiere. Una strategia che, almeno in questo momento, supera le rivalità politiche e non contempla scambi di accuse incrociate. Nessuno dei nove indagati, tra cui figurano il governatore Alberto Cirio e la sindaca Chiara Appendino (oltre ai rispettivi predecessori, Sergio Chiamparino e Piero Fassino e agli assessori all’Ambiente di entrambi gli enti negli ultimi due mandati, Alberto Valmaggia, Matteo Marnati, Enzo Lavolta, Stefania Giannuzzi e Alberto Unia) si presenterà oggi dai pm Gianfranco Colace e Vincenzo Pacileo, che nei giorni scorsi avevano fatto notificare un invito a comparire l’interrogatorio.

L’accusa per tutti loro è di inquinamento ambientale, reato entrato in vigore nel maggio del 2015. Anche la procura comunque proseguirà gli accertamenti. Il fascicolo, oltre a un dossier predisposto nel 2018 dai carabinieri del Noe, contiene una consulenza epidemiologica svolta a suo tempo da Annibale Biggeri, dell’Università di Firenze, i cui dati, però, probabilmente dovranno essere aggiornati con quelli degli ultimi anni.

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