POLITICA & SANITA'

Sanità in rosso per 300 milioni

Grazie a un tesoretto e alle prestazioni non erogate a causa del Covid, il passivo di Asl e Aso del Piemonte si ridurrà però a 106 milioni. L'assessore Icardi: "Ne aspettiamo ancora 119 da Arcuri". Gallo (Pd): "Ora i dati azienda per azienda"

È di 299 milioni il passivo segnato dalle aziende sanitarie piemontesi nello scorso anno. Quasi il doppio rispetto al 2019, anche se ovviamente va considerato il pesantissimo effetto della pandemia. Certo, va ancora chiarito quali spese legate al Covid siano da considerare nel passivo e quali e per quanto restino fuori. Così come da approfondire resta la situazione dettagliata asl per asl.

“Entro breve tempo saremo in grado di fornire i dati azienda per azienda”, ha assicurato l’assessore Luigi Icardi rispondendo a una serie di question time delle opposizioni. L’interrogazione del capogruppo del Pd Raffaele Gallo verteva proprio sui conti. “Oggi con la risposta di Icardi abbiamo avuto, finalmente, un primo dato generale sulla situazione della sanità in Piemonte, nonostante si sia trattato di una cifra non dettagliata. Ci è stato detto – spiega Gallo – che gli accertamenti sui dati delle singole Asl sono in divenire e, nelle prossime settimane, chiederemo conto all’assessore di tutti i dettagli. Al momento la risposta non ci rassicura affatto”.

Un buco quello che anche lo scorso anno ha segnato l’attività delle aziende che in parte sarà colmato dai 116 del cosiddetto fondo indistinto, in cui confluiscono anche i soldi non spesi per prestazioni non erogate ed è evidente quante siano state e continuino ad esserlo a causa delle fortissime limitazioni imposte dalla pandemia, con tutte le note conseguenze sui pazienti. Altri 10 milioni del fondo strutturale ridurranno, alla fine, il rosso a 106 milioni. Ma sono ben 119 i milioni che ancora il Piemonte aspetta dallo Stato e più precisamente dalla struttura commissariale di Domenico Arcuri. “Ad oggi su 120 milioni previsti – ha detto Icardi – ne è arrivato soltanto uno”. Nel corso dello stesso question time l’assessore ha precisato, rispondendo al capogruppo dei Moderati Silvio Magliano, che lo screening nelle Rsa e nelle strutture per disabili prosegua con le stesse modalità anche se ormai le vaccinazioni sono pressoché completate. “Il rischio delle varianti del Covid ci induce a proseguire con i tamponi ogni due settimane, anche se gli ospiti e gli operatori sono stati vaccinati. Una cautela ulteriore, che riteniamo opportuna”.

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