POLITICA & GIUSTIZIA

Regio, sipario sull'era Appendino: con Graziosi altri quattro indagati

Chiusa l'indagine sulla gestione dell'ente lirico. Secondo l'accusa l'ex sovrintendente nominato dalla sindaca grillina sarebbe stato in combutta con il manager Ariosi per controllare affidamenti di lavori e carriere professionali

La procura di Torino ha chiuso l’inchiesta sulla gestione del Teatro Regio all’epoca in cui il sovraintendente era William Graziosi, indicato dalla sindaca grillina Chiara Appendino. E se, com’è ovvio, le eventualità responsabilità penali, tutte da dimostrare, sono individuali, questa vicenda non è che l’ennesima tegola su un’amministrazione che non ha certo dato grande prova di sé nella selezione del personale cui affidare le redini di enti e partecipate.

Oltre Graziosi l’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato a quattro persone. Fra i reati contestati figurano il traffico di influenze, la corruzione, la concussione e la turbativa d’asta. Gli altri indagati sono Roberto Guenno, ex candidato M5s, corista poi diventato responsabile innovazione e sviluppo del Teatro Regio, gli imprenditori Andrea Maulini e Priscilla Alessandrini e, infine, Alessandro Ariosi, manager di artisti e cantanti. Numerosi sono gli episodi entrati al vaglio del pm Elisa Buffa, dalle pressioni indebite all’affidamento irregolare di appalti e di incarichi. Secondo l'accusa Graziosi sarebbe stato in combutta con Ariosi, fin dal 2015, quando il primo era direttore generale della Fondazione Pergolesi di Jesi; il manager lo avrebbe aiutato a ottenere incarichi importanti e il sovrintendente avrebbe designato dalla sua posizione stagioni d’opera che davano spazio quasi esclusivamente ai suoi artisti, imponendo quasi un monopolio nel mercato artistico italiano.

Secondo gli inquirenti, a seguito dell’operazione “Spartito” condotta dalla Guardia di finanza di Torino, si sarebbero verificate delle irregolarità nella predisposizione del bando per la riconferma dell’ex sovrintendente nonché nell’affidamento di incarichi a persone lui vicine per la gestione marketing del teatro. Fra le altre cose, il corista Guenno, che in poco tempo è diventato collaboratore di staff della sovrintendenza per le attività di innovazione e sviluppo, avrebbe favorito, secondo l’accusa, l’aggiudicazione di un appalto per il servizio di marketing a un’azienda milanese, attraverso la complicità del titolare che ha predisposto il bando di gara inserendo elementi che avrebbero svantaggiato gli altri partecipanti.

Accordi sottobanco per favorire l’ingaggio di cantanti d’opera affiliati a specifiche agenzie. C’è anche questa tra le accuse mosse dalla Procura. Le agenzie in questione sono le svizzere Evoc e Ariosi Management, riconducibili ad Ariosi, uno degli indagati. Gli inquirenti sospettano che vi sia stato un accordo per sollecitare la scrittura di determinati artisti gli eventi al Teatro Regio e anche alla fondazione Pergolesi, a Jesi, dove Graziosi fu a lungo amministratore delegato. I magistrati hanno indagato anche sulla stessa nomina di Graziosi al vertice del Regio. Guenno, corista, sfruttando le buone relazioni con la sindaca Appendino, si sarebbe adoperato in cambio di una promozione. Il regista Henning Brockhaus ha poi denunciato una richiesta di tangente da parte di Graziosi in relazione a un ingaggio al Teatro dell’opera di Astana in Kazakistan. Episodio che la procura di Torino ha rubricato come concussione.

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