WELFARE

Assegno unico, "svolta storica"

Martedì via libera alla legge che rivoluziona gli aiuti alle famiglie. Si tratta di un credito d'imposta o un sostegno mensile per i figli fino a 21 anni che andrà a tutti, compresi incapienti e partite Iva. Soddisfatto il deputato torinese Lepri, "padre" della proposta

Una maggioranza parlamentare ancor più ampia di quella che sostiene il Governo di Mario Draghi c’è stata e ci sarà su una legge che, raro esempio nel novero delle norme di notevole importanza, alla Camera nel luglio dello scorso anno ha ottenuto l’unanimità dei voti a favore (con un solo astenuto, probabilmente per sbaglio) e tornerà a registrare lo stesso consenso martedì quando sarà in aula a Palazzo Madama. Per far partire concretamente l’assegno unico per i figli – questo l’oggetto della legge – e non rischiare slittamenti, tutti i capigruppo pochi giorni fa hanno premuto sull’acceleratore. Poi ci sarà da lavorare, come impone una legge-delega, sui decreti legislativi e ministeriali, ma la strada è spianata. Un cambiamento storico, lo definiscono tutti. L’altro ieri Draghi ha ribadito che la misura partirà in estate. Padre di questa legge che semplifica ed allarga in maniera notevole gli aiuti per i figli è il deputato torinese del Pd Stefano Lepri. Da senatore, nella precedente legislatura produsse la prima proposta della riforma di cui ora molti rivendicano la paternità.

Davvero tanti padri per questa legge, onorevole Lepri. Italia Viva sostiene che sia una loro proposta, Matteo Renzi annuncia che interverrà in Senato  rivendicando l’approvazione dell’assegno unico, obiettivo che – dice – il suo partito aveva posto alla Leopolda e che si appresta, con il voto finale a palazzo Madama, a diventare una realtà concreta a sostegno delle famiglie. La cosa le da fastidio?
“Il disegno di legge del Pd a mia prima firma, praticamente identico a quello approvato alla Camera e in aula tra due giorni al Senato, è del 2014. La proposta è stata messa ai primi posti del programma elettorale del Pd nel 2018 e subito ripresentata all’inizio di questa legislatura. Io sono contento che su questa legge ci sia una larghissima maggioranza, anzi l’unanimità. È una vittoria del Parlamento e della democrazia. E sono, ovviamente, anche contento di essere stato il promotore di una riforma a cui hanno lavorato in molti. Con la ministra Elena Bonetti abbiamo collaborato molto bene e continueremo a farlo. Ma la questione davvero importante, è un’altra”.

Il contenuto della norma.
“Esatto. L’innovazione che questa legge porterà in un ambito estremamente importante”.

Molti dicono si tratti di un cambiamento storico, davvero è così?
“Cambia tutto. Intanto, la misura sarà chiara e semplice. Oggi abbiamo 12 misure per i figli, tra servizi e denaro e tutti quelli in denaro che sono 8 vengono assorbite da questa. Passiamo dalla giungla attuale a un sistema semplicissimo: ogni mese per ogni figlio si riceveranno i soldi sul conto corrente, oppure si potrà detrarre la somma come credito d’imposta”.

Oggi è difficile capire quanto si riceve per ogni figlio dallo Stato e poi non tutti ricevono l’assegno familiare.
“È proprio così. Si capirà il valore dell’aiuto da parte dello Stato senza doverselo far spiegare dal commercialista. Inoltre il provvedimento, a differenze delle attuali misure, non subisce interruzioni in caso di perdita del lavoro e l’assegno unico viene dato a prescindere dalla condizione lavorativa, quindi anche in caso di disoccupazione, se il lavoro non lo si ha. E poi è previsto anche per gli autonomi. Sono grandi innovazioni e semplificazioni”.

Quanto si allarga la platea dei beneficiari?
“Diciamo che è totale, tutti senza questioni di lavoro, reddito, condizione di stato civile, purchè esercitino la potestà genitoriale ricevono l’assegno. E non ci sarà più la differenza tra il primo e il secondo figlio come accade oggi. La cifra è uguale per tutti i figli, con una maggiorazione a partire dal terzo per aiutare le famiglie numerose. Inoltre sarà anche più robusta finanziariamente, il plafond passa da 14 a 20 miliardi con possibilità di ulteriore aumento. Questo vuol dire che chi in media oggi riceve 100 euro ne riceverà circa 150”.

Ci saranno delle differenze in base al reddito?  
“Si utilizza l’Isee per fare la selettività, ma tutti riceveranno l’assegno e la forchetta non sarà enorme”.

È previsto addirittura che non solo arrivi fino ai 21 anni di età, ma parta dal settimo mese di gestazione, insomma prima che il figlio nasca. 
“Questo è frutto di quell’accorpamento delle misure attuali di cui dicevo, nel caso si tratta del bonus mamma”.

Superfluo chiederle se concorda sull’aggettivo storico dato a questa riforma i cui tempi brevi sono stati annunciati dal presidente del consiglio.
“È vero. Sarà una riforma storica come quella agraria o quella che istituì il servizio sanitario nazionale. Votata da tutto il Parlamento ma scritta, voluta e guidata dal Partito Democratico”.

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