POLVERE DI (5) STELLE

"L'alleanza col Pd è un suicidio", rivolta M5s contro Appendino

Il patto proposto dalla sindaca manda nel panico i grillini. Duro j'accuse dell'ex presidente del Consiglio Versaci che minaccia le dimissioni: "Situazione insostenibile, nessun confronto con la base". Maggioranza in frantumi

Sta valutando le dimissioni Fabio Versaci, Cinquestelle della prima ora, già presidente del Consiglio comunale di Torino, e ora in rotta con la sindaca Chiara Appendino. “Sto faticando a sostenere una sindaca che non si confronta più con la sua maggioranza – scrive su facebook –. Mi permetto di chiederle di essere trasparente e dirci come vuole costruire questa convergenza con un Pd locale che le sbatte sempre la porta in faccia. Oppure spera che i vertici romani di Pd e M5s ci impongano un’alleanza? Procedere in questa situazione è diventato impossibile”.

L’oggetto del contendere, ancora una volta, è l’assetto con cui i pentastellati torinesi, ormai allo sbando, dovranno presentarsi alle prossime amministrative. Senza voti né candidati, la sindaca li vorrebbe in coalizione sin dal primo turno con il centrosinistra, mentre una componente piuttosto ampia capitanata dalla capogruppo Valentina Sganga preme per una corsa in solitaria in cui lei sarebbe candidata sindaco e quindi l’unica sicura di essere eletta senza neanche dover prendere le preferenze. In questa diatriba tutta al femminile, Versaci si è schierato con Sganga dopo essere stato per anni uno dei più fedeli uomini di Appendino. E questo legame assai stretto con la capogruppo alimenta, all’interno dello stesso gruppo consiliare, i sospetti di una mossa dettata più dallo scopo di sostenere le ambizioni di Sganga che non dalla contestazione della linea politica della sindaca.

Nelle ultime settimane non ha nascosto il suo disappunto per la discussione sulle alleanze, che sta avvenendo senza il coinvolgimento della base. E ora confessa di essere “arrivato al limite”. “Mi sono spesso chiesto come si possono proseguire gli ultimi mesi di mandato con visioni politiche così differenti” dice l’ex numero uno della Sala Rossa, secondo cui è “arrivato il momento di essere onesti, sinceri. Procedere in questa situazione per quanto mi riguarda è diventato impossibile. Spesso ci si dimentica che un sindaco/a esiste perché dei consiglieri comunali, che si prendono le preferenze, mettendoci la faccia, gli danno questa possibilità”. E su questo probabilmente Versaci si confonde: gran parte di quegli scappati di casa che oggi abitano gli scranni dell’aula comunale sono lì perché Appendino ha vinto le elezioni. E le avrebbe vinte anche senza quella manciata di preferenze portate in dote dai candidati del M5s (poco più di 10mila in tutto, rispetto alle 118mila prese dalla futura sindaca). E tra queste ancor più difficile pensare che possano aver fatto la differenza le 519 del prode Versaci. Qualora lui dovesse davvero dimettersi gli subentrerebbe Roberto Alice, primo escluso, che non fa più parte del Movimento 5 stelle ma potrebbe comunque sostenere questa maggioranza o addirittura rinunciare lasciando spazio a chi viene dopo.  

Per Versaci “allearsi col Pd darebbe al Movimento un risultato sotto la doppia cifra, vorrebbe dire contare poco e ambire giusto a un paio di assessorati in caso di vittoria. Tra l’altro, cosa per niente scontata, perché questo suicidio politico regalerebbe al centrodestra una campagna elettorale molto semplice. Il Movimento è la forza politica che dovrebbe rivendicare di più il lavoro di questi cinque anni, cosa che in una coalizione non riuscirà a fare in maniera decisa. Pensiamo pure come ne uscirebbe Conte da un risultato disastroso per il Movimento in una delle città che amministrava”, ragiona, sottolineando che “in caso di sconfitta sarebbe il fallimento del cosiddetto campo progressista, visto che si vuole usare Torino come laboratorio”, osserva citando l’espressione usata da Appendino.

“Altra cosa importante – aggiunge – sarà la figura del candidato sindaco/a perché, non prendiamoci in giro, è fondamentale. Chi sarà questa figura che terrà uniti Pd e Movimento che in questi anni si sono massacrati a vicenda? Leggo i nomi di persone che hanno dei curriculum importanti ma quanto sapranno fare politica?”. Insomma, riusciranno a garantire gli standard di quest’ultimo lustro.

Arriva subito la replica del successore di Versaci al vertice dell’assemblea cittadina: “La sindaca esprime la sua opinione, ed è giustamente libera di farlo – afferma Francesco Sicari –. Negli ultimi cinque anni tutti si sono permessi di esprimere opinioni, senza confrontarsi. Vale per la sindaca, vale per la Giunta, vale per i consiglieri. Quelle che stanno emergendo sono due opinioni decisamente agli antipodi, che verranno ulteriormente discusse con gli attivisti dove la sindaca ha già confermato la propria presenza per confrontarsi. Nessuno si sta negando al confronto”. “Personalmente – rileva Sicari – mi colloco nel perimetro del Movimento 5 Stelle all’interno del quale è normale che vi siano più opinioni. La mia attività amministrativa di consigliere comunale va avanti nel merito dei provvedimenti che adotta la giunta, a prescindere dalle posizioni politiche che essi esprimono”.

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