"A braccetto con Appendino?
Come lo spieghiamo ai torinesi?"
11:43 Giovedì 08 Aprile 2021
"Abbiamo contestato questa amministrazione per cinque anni, se ora ci alleiamo con loro gli elettori non capirebbero". L'altolà di Italia Viva con i parlamentari Fregolent e Marino. Il presidente dell'Ottava Circoscrizione Ricca: "Serve una scelta coerente"
“Nessuno pensi di condurre una campagna elettorale difendendo le scelte dell’attuale giunta: serve una proposta sfidante e innovatrice per la nostra città: Torino era in ginocchio ancor prima della pandemia. I troppi no, i tentennamenti, il mito della decrescita felice hanno ridotto quella che è sempre stata una metropoli capace di indicare la strada ad una città che la strada l’ha smarrita”. In una nota i parlamentari di Italia Viva – Silvia Fregolent e Mauro Marino – assieme al presidente della Circoscrizione VIII Davide Ricca individuano forse il punto saliente del dibattito in atto su una ipotetica alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle alle prossime amministrative. Cosa diranno i due partiti ai rispettivi elettori in campagna elettorale?
Un Pd che cammina a braccetto con i grillini potrà rivolgersi a quell’ampia fetta di torinesi delusi da questa amministrazione? “La questione è semplice – spiega Ricca – quando ti presenti di fronte agli elettori devi avere dei messaggi chiari da lanciare: in questi cinque anni il centrosinistra, guidato dal Pd, ha condotto un’opposizione durissima, nel merito, a Chiara Appendino e alla sua giunta. Ha occupato uno spazio ben definito. È stata un’azione senza tentennamenti che ora può consentire a tutta la coalizione di intercettare gli elettori delusi dei Cinquestelle, prospettando un’idea di città nuova e innovativa”. Ma se Pd e M5s fossero alleati come potrebbero gli uni contestare i cinque anni di Appendino e gli altri rivendicare i propri “successi”? “Sarebbero costretti a una campagna elettorale diafana, scialba che consentirebbe a Paolo Damilano di fare il pieno di voti non solo nelle periferie – grazie al traino di Lega e Fratelli d’Italia – ma anche nella cosiddetta zona Ztl. O pensano davvero, Pd e Cinquestelle, di poter vincere le elezioni gridando allo spauracchio sovranista con un centrodestra che a Torino si presenta con il volto moderato e rassicurante di un imprenditore di successo?”.
I renziani subalpini hanno già fatto sapere che di fronte a un’intesa con i Cinquestelle sarebbero pronti a un percorso solitario. Così come Azione di Carlo Calenda, che ha già un piede fuori dalla coalizione, e pure i Moderati e Più Europa. Insomma, tutta la componente riformista del centrosinistra è in fibrillazione. Tra il dire e il fare ce ne passa, difficile stabilire ora se queste minacce avranno o meno un seguito, ma è un rischio che il Pd può correre? Concludono Fregolent e Marino: “Come potremmo sostenere chi ha voluto che Torino uscisse dall’Osservatorio Tav? E come potremmo stare al fianco di chi ha impedito che si ripetesse l’eccezionale avventura olimpica, che era riuscita a dare ai torinesi orgoglio e coraggio?”. E soprattutto, come spiegarlo agli elettori?