VERSO IL VOTO

"A braccetto con Appendino?
Come lo spieghiamo ai torinesi?"

"Abbiamo contestato questa amministrazione per cinque anni, se ora ci alleiamo con loro gli elettori non capirebbero". L'altolà di Italia Viva con i parlamentari Fregolent e Marino. Il presidente dell'Ottava Circoscrizione Ricca: "Serve una scelta coerente"

“Nessuno pensi di condurre una campagna elettorale difendendo le scelte dell’attuale giunta: serve una proposta sfidante e innovatrice per la nostra città: Torino era in ginocchio ancor prima della pandemia. I troppi no, i tentennamenti, il mito della decrescita felice hanno ridotto quella che è sempre stata una metropoli capace di indicare la strada ad una città che la strada l’ha smarrita”. In una nota i parlamentari di Italia Viva Silvia Fregolent e Mauro Marino – assieme al presidente della Circoscrizione VIII Davide Ricca individuano forse il punto saliente del dibattito in atto su una ipotetica alleanza tra Pd e Movimento 5 stelle alle prossime amministrative. Cosa diranno i due partiti ai rispettivi elettori in campagna elettorale?

Un Pd che cammina a braccetto con i grillini potrà rivolgersi a quell’ampia fetta di torinesi delusi da questa amministrazione? “La questione è semplice – spiega Ricca – quando ti presenti di fronte agli elettori devi avere dei messaggi chiari da lanciare: in questi cinque anni il centrosinistra, guidato dal Pd, ha condotto un’opposizione durissima, nel merito, a Chiara Appendino e alla sua giunta. Ha occupato uno spazio ben definito. È stata un’azione senza tentennamenti che ora può consentire a tutta la coalizione di intercettare gli elettori delusi dei Cinquestelle, prospettando un’idea di città nuova e innovativa”. Ma se Pd e M5s fossero alleati come potrebbero gli uni contestare i cinque anni di Appendino e gli altri rivendicare i propri “successi”? “Sarebbero costretti a una campagna elettorale diafana, scialba che consentirebbe a Paolo Damilano di fare il pieno di voti non solo nelle periferie – grazie al traino di Lega e Fratelli d’Italia – ma anche nella cosiddetta zona Ztl. O pensano davvero, Pd e Cinquestelle, di poter vincere le elezioni gridando allo spauracchio sovranista con un centrodestra che a Torino si presenta con il volto moderato e rassicurante di un imprenditore di successo?”.  

I renziani subalpini hanno già fatto sapere che di fronte a un’intesa con i Cinquestelle sarebbero pronti a un percorso solitario. Così come Azione di Carlo Calenda, che ha già un piede fuori dalla coalizione, e pure i Moderati e Più Europa. Insomma, tutta la componente riformista del centrosinistra è in fibrillazione. Tra il dire e il fare ce ne passa, difficile stabilire ora se queste minacce avranno o meno un seguito, ma è un rischio che il Pd può correre? Concludono Fregolent e Marino: “Come potremmo sostenere chi ha voluto che Torino uscisse dall’Osservatorio Tav? E come potremmo stare al fianco di chi ha impedito che si ripetesse l’eccezionale avventura olimpica, che era riuscita a dare ai torinesi orgoglio e coraggio?”. E soprattutto, come spiegarlo agli elettori?

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