POLVERE DI (5) STELLE

I grillini litigano su Grillo

Il video-sfogo del garante, a difesa del figlio accusato di stupro, divide il Movimento 5 stelle di Torino. Appendino prende le distanze dopo tanto imbarazzo. E scoppia la polemica per il post di uno staffista della sindaca: "Forza Beppe, una vicenda vergognosa"

E finì che i grillini litigarono su Beppe Grillo. Mentre i vertici del Movimento 5 stelle manifestano più di un imbarazzo, la polemica sul video-sfogo del garante, relativo alla vicenda giudiziaria del figlio, accusato di stupro, arriva anche sui banchi del Consiglio comunale di Torino. Ha provato a sottrarsi dalle polemiche la sindaca Chiara Appendino, evitando di intervenire, poi di fronte al crescere delle prese di posizione ha detto la sua, al solito da cerchiobottista: “Non c’è un momento giusto. Una donna o un uomo hanno diritto di denunciare eventuali violenze quando lo ritengono più opportuno e comunque entro i termini stabiliti dalla legge, che sono stati correttamente allungati”, ha dettato all’Ansa. “La giustizia, poi, farà il suo corso, come lo farà in questa vicenda. Purtroppo, con i suoi tempi e portandosi dietro la sofferenza di tutte le parti coinvolte, anche quella di Beppe a cui sono umanamente vicina”.

Ad aprire la discussione ci avevano i consiglieri della sua maggioranza. “Trovo normale e corretto non concordare e dissociarmi da quanto riferito da Beppe Grillo su un caso che deve essere valutato esclusivamente nelle sedi competenti. Nella speranza che la cultura dello stupro non venga mai più alimentata, ma, al contrario, debellata” afferma Marco Chessa. Il figlio del comico, Ciro Grillo, è accusato di violenza sessuale di gruppo assieme ad altri tre amici da una ragazza italo-svedese e ieri il papà era corso in suo soccorso con un video postato sui social in cui si è scagliato contro i giudici che hanno indagato sui fatti avvenuti in Costa Smeralda nel luglio 2019 e pure contro la ragazza che, a suo giudizio, era consenziente. Nel novembre scorso il magistrato ha chiuso le indagini e ora per il Grillo Jr s’avanza l’ombra del rinvio a giudizio. La diciannovenne che ha denunciato i quattro ha dichiarato di essere stata costretta a bere vodka e ad avere rapporti sessuali, tesi respinta dagli avvocati della difesa e da ieri anche dal papà di uno dei quattro, secondo cui la presunta vittima avrebbe mentito giacché la denuncia è arrivata solo otto giorni dopo i fatti. Non un papà qualunque: un comico e fondatore di un partito da tre anni al Governo.

A Torino, non solo Chessa, anche la collega Daniela Albano si è schierata contro il garante del M5s, definendo le sue parole “raccapriccianti”. Per l’assessore alle Pari opportunità Marco Giusta “i processi per violenza e stupro dovrebbero essere i primi a essere celebrati e gli ultimi a essere dimenticati, e la vittima non deve mai essere messa in discussione fuori dall’aula. Chi denuncia una violenza – sottolinea l’assessore – ha diritto ad essere creduta, a parlare o rimanere in silenzio. L’accusato ha il diritto a difendersi, a parlare o rimanere in silenzio. Entrambi hanno il diritto a un sistema giudiziario e di informazione che non si trasformi in una gogna ma che lavori in fretta e con serietà”. “Entrambi - prosegue - hanno il diritto che altri non parlino per loro, non ne sminuiscano i sentimenti o ne banalizzino le motivazioni. Perché nel mondo paternalista e patriarcale nel quale viviamo – conclude – qualunque forma di intromissione pubblica, persino quelle (poche) in buona fede, altro non sono che la giustificazione di una cultura dello stupro”.

L’ex grillino Damiano Carretto è andato oltre e ha presentato una richiesta di comunicazioni alla sindaca in merito al sostegno manifestato sotto il post di Grillo “da uno staffista e da diversi consiglieri e consigliere della maggioranza al vergognoso video di Beppe Grillo che utilizza toni inaccettabili quando si parla di un tema così delicato”. Dopo la vicenda di Cristina Seymandi, collaboratrice dell’assessore all’Ambiente Alberto Unia, scoperta a fare campagna elettorale per il centrodestra, un altro componente dello staff di Palazzo Civico rischia ora di mettere in imbarazzo Appendino. Si tratta del suo social media manager Xavier Bellanca, che ha risposto a Grillo su facebook: “Una vicenda semplicemente vergognosa. Forza Beppe!”. Che questa vicenda sia vergognosa è indubbio, su quale sia la vergogna, forse, c’è un po’ di confusione.

Si dissocia da Grillo (e dai suoi social-sostenitori) anche la capogruppo Valentina Sganga che deplora i commenti “non opportuni” sotto il suo post e precisa inoltre che “una donna deve essere sempre libera di denunciare una violenza quando se lo sente (un giorno, una settimana, un mese, un anno, non è importante) senza che nessuno, neanche un padre in evidente stato di disperazione, possa permettersi di sentenziare in base a questo”. “L’8 Marzo eravamo tutti schierati al fianco delle donne, mentre oggi bastano 8 giorni per insinuare il dubbio che qualcosa possa non essere successo. Tutto ciò non rientra nel mio modo di pensare e per questo esiste solo una cosa da fare, prendere le distanze senza alcuna esitazione” sono le parole del presidente della Sala Rossa Francesco Sicari. “Non è più tollerabile che a un uomo siano permesse infinite giustificazioni, lusso non concesso a una donna. Non è più tollerabile – aggiunge Sicari – che spesso le argomentazioni tendano a individuare proprio nella vittima, le colpe. Non è più tollerabile che una violenza sia ritenuta più o meno grave se denunciata a distanza di pochi giorni, mesi, anni. Rimane sempre una violenza, con tutto quel che ne consegue”.

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