VERSO IL VOTO

Convention del centrodestra per incoronare Damilano

Stati Generali di coalizione da tenersi il 12 e 13 giugno, in contemporanea alle primarie del Pd. L'idea lanciata dal parlamentare forzista Giacometto: "Una piattaforma di idee e progetti". Ok di Lega e FdI "ma prima si sciolgano i nodi nazionali"

Il candidato è civico ma senza i partiti rischia di ritrovarsi con il fiato corto nella sua corsa verso Palazzo di Città. E se Paolo Damilano conduce ormai da mesi la sua campagna di Torino, nella coalizione il ruolo delle forze politiche che dovrebbero sostenerlo per ora è stato piuttosto discreto, quasi impercettibile. Di qui la proposta, lanciata dal deputato di Forza Italia Carlo Giacometto, di organizzare “in un luogo simbolo della laboriosità torinese una conferenza programmatica, articolata per tavoli tematici, da cui estrarre un progetto di sintesi”. “Se dovessi scegliere un titolo, forse dal sapore antico – prosegue il parlamentare azzurro nel suo intervento inviato allo Spiffero – parlerei di Stati generali del centrodestra di Torino”. Un modo per riunire una coalizione che finora ha dimostrato – sia a livello nazionale sia locale – un elevato grado di litigiosità – ma anche per rivendicare il ruolo dei partiti su una candidatura dal profilo civico. Non sfugga inoltre la data in cui Giacometto propone i suoi Stati generali: il 12 e 13 giugno, lo stesso weekend scelto dal centrosinistra per celebrare le primarie, in un tentativo neanche troppo velato di strappare alla concorrenza almeno una parte di quella ribalta mediatica che i gazebo del centrosinistra sono destinati ad attirare. Insomma, un momento di unità della coalizione in una cornice simbolo “della laboriosità torinese, come potrebbero essere le Ogr”. 

Leggi: Idee e programmi per Torino

Una proposta che trova il favore anche dei principali alleati di Forza Italia, seppur con qualche fisiologico distinguo. “Un’idea interessante” per il numero uno di Fratelli d’Italia sotto la Mole Maurizio Marrone, secondo cui però “deve essere la conseguenza di un accordo generale tra i leader nazionali”. Insomma, se da una parte non ci sono ormai più dubbi sulla candidatura di Damilano sotto la Mole, resta il grande nodo delle altre città, del Copasir, delle elezioni in Calabria: “Prima devono essere verificati tutti gli aspetti legati alla tenuta della coalizione” Marrone che parla apertamente di “nodi ancora da sciogliere”. Se l’impasse dovesse essere superata in tempi brevi, allora “non possiamo che sostenere un’iniziativa decisamente auspicabile”. Anche per il deputato leghista Alessandro Benvenuto un grande meeting del centrodestra “può diventare l’occasione per segnare la discontinuità tra le nostre proposte e quanto è stato fatto in questi anni da centrosinistra e Movimento 5 stelle a partire dalle periferie”.

E forse non è un caso che questa suggestione arrivi proprio dal partito che più di tutti ha opposto qualche resistenza sul nome di Damilano, su cui il carico da novanta lo mise già nell’autunno dello scorso anno Matteo Salvini. Forza Italia, infatti, ha tenuto in campo fino all’ultimo Claudia Porchietto come alternativa, per poi cedere all’evidenza di una candidatura – forse unica in Italia – ampiamente condivisa. L’obiettivo dichiarato di Giacometto è “parlare alla città con franchezza, di come la si immagina per i prossimi trent’anni. E su questa piattaforma di idee pragmatiche e di discontinuità rispetto al passato e al presente far capire che Torino può essere uno dei luoghi migliori in cui le innovazioni possano avere successo”.

Tra i principali punti indicati ci sono l’automotive e la sanità, la formazione e la sicurezza. In un capoluogo  “che perde 500 residenti al mese, mentre Milano ne acquisisce mille”. Da dove partire per fermare l’emorragia?

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