VERSO IL VOTO

Disgelo Salvini-Meloni, lunedì l'ok a Damilano

Clima più disteso tra Lega e Fdi dopo le dimissioni di Volpi dal Copasir. Strada spianata per l'imprenditore candidato sindaco. Molinari: "Dopo l'ufficializzazione via agli incontri per il programma". Pochi giorni fa un vertice tra gli alleati del centrodestra

Il tavolo del centrodestra sulle candidature nelle grandi città si apparecchia lunedì, dopo le dimissioni del leghista Raffaele Volpi da presidente del Copasir salutate da Giorgia Meloni, che rivendica quella poltrona per il suo partito, con un “tutto è bene quel che finisce bene”. Un clima decisamente più disteso, quello che si annuncia per il vertice di inizio settimana, anche se i nodi da sciogliere, a partire da Roma e Milano, restano e sono soprattutto legati all’indisponibilità di figure su cui ci sarebbe il via libera delle tre forze politiche. Uno scenario nel quale, invece, Torino rappresenta una sorta di positiva eccezione. È in discesa la strada per Paolo Damilano la cui investitura, anche in virtù del disgelo tra Matteo Salvini e la leader di FdI viene considerata ormai poco più di una formalità. Anche se fino a qualche giorno fa non era proprio così. 

I segnali arrivati anche sul terreno attiguo, ovvero quello del Consiglio regionale, avevano lasciato intendere che i Fratelli non avessero intenzione di dare alcunché per scontato, proprio in una strategia ad ampio raggio della Meloni. Cambiato lo scenario, il civico nato sotto i non nascosti auspici e disegni della Lega per portare il centrodestra a conquistare per la prima volta nella storia il Comune di Torino da lunedì potrà finalmente dirsi il candidato ufficiale della coalizione.

“Aspettiamo lunedì – dice, eccedendo in cautela, il segretario regionale della Lega, Riccardo Molinari – ma se ci sono ancora problemi da risolvere per città come Roma e Milano, non ne vedo affatto per Torino”. Molinari parla anche dopo un recente incontro, lunedì scorso, a livello regionale con gli alleati, occasione in cui è stata ribadita l’assoluta coesione su Damilano, anche da quei Fratelli che su indicazione della loro leader avevano inviato messaggi bellicosi al fronte leghista. “Convergenza completa”, ripete il capogruppo alla Camera, riferendosi anche agli altri comuni che in Piemonte andranno al voto, a partire da Novara dove il centrodestra parte con netto vantaggio rischierando l’attuale primo cittadino, il leghista Alessandro Canelli.

Via libera dal tavolo regionale anche se  “ovviamente aspettiamo il sigillo nazionale”, ribadisce Molinari che mostra tranquillità rispetto alla posizione salda di Damilano su una scacchiera su cui tra pochi giorni si giocherà ancora. “Tutto va per il verso giusto”. E tra pochi giorni, dopo il sigillo, sarà finalmente possibile dar corso a quei rituali che poi tali non sono e che prevedono riunioni tra alleati e il candidato sindaco per elaborare un programma condiviso. “Noi – dice riferendosi al suo partito – abbiamo già fatto un incontro con Damilano nella sezione di Torino, quindi un primo passaggio formale lo abbiamo già fatto. È chiaro che dopo l’investitura dovremo trovaci tutti per predisporre un programma di coalizione. Oltre alle idee che ha lui e a quelle che gli abbiamo dato noi, sarà ovviamente necessario un confronto con gli alleati”. Sicurezza in senso lato, attenzione alle periferie, sviluppo economico basato soprattutto sull’automotive, ritorno al centro di eventi internazionali, questi i principali temi che la Lega ha indicato a Damilano, “per dare alla città ciò che merita e che si è vista negare in questi ultimi cinque anni disastrosi”.

Per quanto riguarda la lista, il partito di Salvini ha già lo schema pronto. “Stiamo lavorando già da tempo”, conferma il segretario regionale ribadendo lo “schema sperimentato e vincente” di un mix tra militanti storici e personalità della società civile anche se non attivisti di lungo corso. Ma per le città più importanti Salvini ha dato un’ulteriore direttiva: far correre anche i parlamentari e i consiglieri regionali. Una discesa in campo che non pare entusiasmare molti, visto che si conteranno quelle preferenze che alle politiche non c’erano. “Ma l’indicazione del segretario, che io ho girato ai nostro organismi, è quella”.

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